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Controlli etici: Quando la verità diventa una questione di prospettiva

DandD italo red italo
Gemelli? Boh, Forse
Si dice che ognuno di noi ha una doppia anima...
by D&D

Quello che state per leggere non è il prodotto di ricerche accademiche, ma divagazioni di un passante per caso intorno alla tecnologia.

Siamo immersi in un’era digitale dove, con un semplice clic, possiamo accedere a informazioni da ogni parte del mondo. Tuttavia, come soleva dire zia Rosina mentre tentava di destreggiarsi con il suo nuovo smartphone, “Ma è davvero tutto vero quello che vedo in questo schermo?”. E, in effetti, aveva ragione. Chiunque può pubblicare contenuti su internet. Questa libertà rappresenta la democrazia della rete, ma il suo abuso ne diventa anche la sua principale debolezza.Navigando nel vasto labirinto dell’informazione online, ci imbattiamo in una miriade di notizie, articoli e post. Alcuni sono accurati, altri sono, diciamo, un po’ più fantasiosi. E qui sorge il dilemma: come distinguere le informazioni autentiche dalle bufale? E, ancora più cruciale, chi dovrebbe avere l’autorità di stabilire cosa è vero e cosa no?Recentemente, l’attenzione sulle “fake news”, notizie false che si propagano rapidamente, alimentate dai social media, è cresciuta esponenzialmente. In risposta, molte piattaforme hanno introdotto controlli etici, algoritmi e verificatori di fatti per filtrare le informazioni ingannevoli. Suona come una soluzione ideale, vero? Ma zia Rosina potrebbe non essere completamente d’accordo.Se da un lato l’idea di filtrare le notizie false sembra lodevole, dall’altro sorge una domanda fondamentale: chi stabilisce cosa è falso e cosa no? Entriamo così in un territorio delicato. Se permettiamo a poche entità, magari con interessi nascosti, di controllare l’informazione, rischiamo una censura occulta. La libertà di espressione, fondamentale nelle società democratiche, potrebbe essere compromessa. La manipolazione delle informazioni non è un fenomeno recente. Oltre ai periodi non democratici in cui i cinegiornali selezionavano e modellavano le notizie, anche nell’era moderna dei giornali e telegiornali, le notizie vengono spesso presentate secondo le inclinazioni dell’editore. Se una notizia non è gradita a una piattaforma o a un gruppo influente, potrebbe essere etichettata come “falsa” e quindi soppressa. Questa censura potrebbe rendere tali notizie sempre più rare, fino a farle scomparire.Ma c’è di più. Questo controllo etico potrebbe ritorcersi contro. Se le persone percepiscono che l’informazione è filtrata, potrebbero perdere fiducia nelle fonti ufficiali e cercare altrove, magari in luoghi meno affidabili. Paradossalmente, il tentativo di combattere le bufale potrebbe rafforzarle.

E, se siamo onesti, alcune bufale sono divertenti. Chi non ha mai riso di fronte a una notizia assurda, frutto della satira? Il vero problema è quando queste vengono diffuse come verità. Ma la risposta non può essere una censura totale.Quindi, cosa fare? Dobbiamo riflettere, riconoscere fonti affidabili, verificare le informazioni e pensare criticamente. E, se una notizia viene segnalata come falsa, dovremmo sapere chi ha fatto questa valutazione e perché.

In conclusione, navigando nel vasto mondo digitale, dobbiamo sempre guardare con occhio critico. E, come diceva zia Rosina, “Non credere a tutto quello che leggi su internet”. Aveva perfettamente ragione.

Ma se, in nome della “verità”, venisse imbavagliata anche la rete delle reti, cosa ne sarebbe della libertà d’espressione?

D&D

Classifica Libertà di stampa 2023_

https://en.wikipedia.org/wiki/World_Press_Freedom_Index

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