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da Huston soluzioni e non problemi-nasce il navigatore indossabile

Houston! Abbiamo…un nuovo navigatore…indossabile! Non solo NASA, non solo moduli “Apollo” in difficoltà in fase di rientro. Da oggi la città del futuro per eccellenza verrà ricordata anche per le sue tute-navigatrici o navigatori indossabili dir si voglia.

La nostra quotidianità è ormai irrimediabilmente caratterizzata da una tecnologia onnipresente: laptop, pc, tablet, visori VR, per non parlare degli inseparabili smartphone. Una sinfonia di informazioni dove suoni e immagini la fanno da padrone. Ma a Houston in Texas, alla Rice University, stanno per cambiare “musica”.

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Barclay Jumet, studente di dottorato in ingegneria meccanica e principale autore della pubblicazione su Device, ha pensato bene di concentrarsi sulle potenzialità che può offrire uno dei sensi più trascurati dalla odierna tecnologia informatica: il tatto.

In effetti, in particolare nell’ultimo decennio, le tecnologie digitali sono sempre state appannaggio di vista e udito, una sorta di sovrastimolazione che, oltretutto, non sempre è fruibile da tutti (non e ipovedenti e audiolesi ad esempio) e definisce una sorta di limitazione a quella che potrebbe essere una vera e propria esperienza immersiva in settori come videogiochi, musica, realtà virtuale ecc.

Così, grazie alla collaborazione con i colleghi dei laboratori della Rice, Marcia O’Malley e Daniel Preston, si è riusciti a rimuovere quello che da sempre è stato il principale ostacolo delle tecnologie aptiche nell’uso quotidiano, ovvero, gli ingombranti hardware esterni, basati sul “tradizionale” uso di tensione e corrente, necessari per fornire la gran quantità di segnali complessi che l’interfaccia tattile richiede. Grazie a Preston e O’Malley e ai loro studi sull’interazione di energia, materiali e fluidi, si è arrivati allo sviluppo di un dispositivo composto da una struttura tessile indossabile che, grazie all’impiego di un controller fluidifico, può essere programmato con un numero limitato di input elettronici e ottenere comunque una “stimolazione tattile sofisticata”.

Le informazioni giungono tramite sensazioni di compressione, tocco e vibrazioni diversificate fornite da un piccolo serbatoio di anidride carbonica fissato sulla cintura, attraverso una sorta di rete pneumatica. I tessuti termosaldabili hanno evidenziato una notevole resistenza all’usura, dimostrandosi così adatti all’uso quotidiano.

“Abbiamo testato la durabilità dei nostri tessuti tattili lavando un dispositivo 25 volte, quindi tagliandolo con un coltello e stirando una toppa tessile sul taglio”, ha affermato Jumet, “Ha continuato a funzionare come previsto dopo ripetuti lavaggi, tagli e riparazioni.”

I test, sia in laboratorio che per le strade di Houston (a piedi e anche su scooter), sono stati decisamente positivi e, anche in previsione di uno sviluppo da prototipo a produzione industriale su grande scala, le prospettive sono incoraggianti.

Viene da sé che etichettare questo nuovo sistema con l’appellativo di “navigatore” è riduttivo, soprattutto considerando il numero di persone con limitazioni visive e uditive: oltre 700 milioni in tutto il mondo. È infatti auspicabile un’implementazione con sistemi per il rilevamento di ostacoli per ambienti ristretti e/o “dinamici” e l’integrazione con gli impianti cocleari, spesso, in difficoltà in ambienti rumorosi. I feedback tattili potrebbero, infatti, essere di supporto alle prestazioni degli impianti cocleari e nella lettura del labiale.

Un altro esempio di applicazione è nel ripristino del senso del tatto, incorporando sensori sulle protesi di soggetti con amputazioni. Il sistema potrebbe raccogliere i dati e inviare i feedback in altre parti del corpo.

Jumet ha sottolineato anche le potenziali applicazioni non solo in ambito medico:

“Invece di un orologio intelligente con semplici segnali vibrazionali, ora possiamo immaginare una ‘camicia intelligente’ che dia la sensazione di una mano che accarezza o di un leggero colpetto sul busto o sul braccio”, ha detto, “Film, giochi e altre forme di intrattenimento potrebbero ora incorporare il senso del tatto e la realtà virtuale può essere più confortevole per periodi di tempo più lunghi”.

Sicuramente ci troviamo di fronte ad un nuovo esempio di approccio alla tecnologia sempre più propenso all’intuitivo piuttosto che al cognitivo e, per certi aspetti, alla riscoperta della semplicità applicata alla creatività.

https://news.rice.edu/news/2023/smart-fabrics-informed-touch-can-tell-you-where-go

https://www.eurekalert.org/news-releases/999991

https://www.theengineer.co.uk/content/news/texas-team-incorporates-haptics-into-wearable-tech/

By

O.D.B.

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