“Pensare è difficile. Per questo la maggior parte della gente giudica.” C.G.Jung.
Occorre fare una sottile distinzione. C’è il pensiero critico e il giudizio inteso come discernimento e ci sono i giudizi in cui convergono convinzioni, preconcetti, condizionamenti. Mi sono chiarita la differenza dopo questa vicenda.
Un mio carissimo amico si sta imbarcando in una nuova avventura e io, che per natura ho uno spirito critico piuttosto robusto, faccio il pelo e il contropelo a quello che mi racconta e come un radar individuo incongruenze, cose che non mi quadrano, cose che non mi piacciono, fino a emettere mentalmente la mia sentenza: ” ‘sta roba mi pare proprio una scemenza” per poi procedere inevitabilmente, dalla sentenza sul fatto specifico, al giudizio universale sulla persona: ” è un ingenuo, uno sconsiderato, un superficiale”.
Ma siccome ho imparato che i miei giudizi molto spesso contengono dei preconcetti tutti miei e ricordando a me stessa che il mio amico non è certo un bambino e non è affatto uno sprovveduto, decido di non pronunciare la fatidica sentenza, provo a sospendere il giudizio e vedere cosa accade.
Però non mollo sullo spirito critico neanche per un momento. E quindi discutiamo, dibattiamo, bisticciamo animatamente. E vedo che questo è cosa buona e giusta. Lui, che si era istintivamente buttato allo sbaraglio, impara via via a mantenersi un po’ più in osservazione, a non prendere tutto per oro colato, a farsi venire dei dubbi e a non farsi andare tutto bene in nome del ” il mio istinto ci vede giusto”. Fin qua tutto benissimo.
E poi è successa un’altra cosa. A furia di discutere, bisticciare e approfondire mi si è insinuato nella mente un inquietante pensiero. Iniziavo a trovare la sua decisione piuttosto interessante.. Cosa mi stava succedendo??
Lo stesso spirito critico che ha aiutato lui a stare più in osservazione, ha aperto contemporaneamente delle crepe tra i miei giudizi facendo entrare nuove informazioni sull’argomento permettendomi di modificarli. Bene, superato l’innegabile fastidio nell’ immaginare il gongolare del mio amico che con l’istinto ci aveva visto giusto, mi sono arresa e così, per salvare la faccia, mi sono detta una frase sentita da qualche parte: “ Quelli che non cambiano mai le proprie opinioni amano se stessi più di quanto amino la verità”. Ecco..così mi sono rimessa sul piedistallo dei giusti…insomma come a dire che dai giudizi, noi comuni mortali non ne usciamo e anche quando pensiamo di esserne fuori, ci siamo dentro fino al collo. Quindi, cosa posso fare? Posso prendere atto dei miei giudizi così come sono ( Nota bene: di solito i giudizi sono per loro natura impietosi e non proprio gentili), posso allenare ed esercitare il mio pensiero critico facendo spazio ai dubbi e tenendo invece per me i giudizi sulla persona, posso riflettere su che emozioni covano sotto ( quando giudico mi posso chiedere “ok, questa cosa non mi piace, ma perché mi fa così arrabbiare? Sotto sotto cosa mi fa paura?”). E posso tenere a mente la metafora del grillo di Collodi. Il grillo parlante si evolve e cambia forma insieme a Pinocchio il quale, dopo molte peripezie, impara a riconoscerlo come la voce della sua Coscienza. Ma inizialmente, quando il grillo si limita a rimbrottare Pinocchio, finisce schiacciato da una martellata contro il muro.