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La figlia di Alexa

DandD italo red italo
Gemelli? Boh, Forse
Si dice che ognuno di noi ha una doppia anima...
by D&D

Quello che state per leggere non è il prodotto di ricerche accademiche, ma divagazioni di un passante per caso intorno alla tecnologia.

In un’epoca in cui la tecnologia permea ogni aspetto della nostra vita, non è raro che essa ci sorprenda in modi inaspettati. Ad esempio, mentre sono immerso in una conversazione con un collega o in una riunione di lavoro, il mio orologio intelligente decide improvvisamente di intervenire, proclamando audacemente: “non conosco la risposta a questa domanda”. Il fatto curioso è che non avevo posto alcuna domanda. L’imbarazzo che ne segue è palpabile, e i volti intorno a me oscillano tra l’incredulità e l’ilarità.

Ma, nonostante questi piccoli inconvenienti, chi di noi può resistere al fascino della domotica? La capacità di dire al nostro assistente virtuale di spegnere le luci o regolare il termostato con un semplice comando vocale sembra troppo allettante per rinunciarvi. E poi, c’è quella strana coincidenza: parli con un amico dei tuoi piani di viaggio a Parigi e, poco dopo, ricevi un’email con offerte per alberghi nella capitale francese. Sarà solo una coincidenza?

La promessa della domotica era quella di semplificarci la vita. Luci che rispondono alla nostra voce, termostati che anticipano le nostre preferenze, e presto, assistenti virtuali che, analizzando le nostre abitudini di navigazione e i nostri acquisti, sapranno cosa vogliamo prima ancora che ce ne rendiamo conto. 

Il film “LEI (HER)” del 2013 di Spike Jonze ha portato questa idea all’estremo, raccontando la storia di un uomo che si innamora di un sistema operativo. Può sembrare lontano dalla realtà, ma già oggi ci sono storie di persone che sviluppano legami emotivi con chatbot basati su intelligenza artificiale come GPT.

Mentre ci avventuriamo in questo futuro tecnologico, potremmo trovarci a dover spiegare ai nostri figli perché non possono avere una relazione con il loro assistente virtuale. La tecnologia ha indubbiamente reso la nostra vita più comoda, ma ha anche introdotto una serie di complessità e sfide inaspettate.

In un mondo in cui potremmo considerare di dare ai nostri figli nomi unici per evitare confusioni con algoritmi e assistenti virtuali, ci troviamo a riflettere sulla nostra relazione con la tecnologia. Fino a che punto siamo disposti a condividere le nostre vite con queste entità digitali? E mentre la società chiede sempre più trasparenza e riservatezza, siamo veramente pronti per un’interazione sempre più profonda e, oserei dire, umana con le macchine?

In conclusione, mentre abbracciamo le meraviglie della tecnologia, dobbiamo anche essere consapevoli delle sue sfide. Dopotutto, in un mondo in cui la linea tra l’umano e il digitale diventa sempre più sfumata, la domanda rimane: dove tracciamo il confine?

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