I sistemi di pagamento internazionali
Prima di parlare di BRICS PAY occorre una breve delucidazione sulla funzione dello SWIFT (Society for Worldwide Interbank Financial Telecommunication).
Dopo le lettere di credito e di cambio degli orafi e mercanti toscani del XIV secolo, negli anni ’30 le transazioni finanziarie internazionali venivano validate tramite Telex, sostanzialmente l’evoluzione di un telegrafo, che autorizzava a pagare attraverso un messaggio riservato, garantendo il credito alla banca di un altro Paese. La prima ad usare il sistema fu la First National City Bank (FNCB) di New York.
Nel 1973 si passò dall’autorizzazione tramite telescrivente criptata al sistema SWIFT per i pagamenti internazionali, un codice standardizzato che consente agli istituti bancari di tutto il mondo di riconoscersi e interagire per eseguire transazioni internazionali. SWIFT è di proprietà di una cooperativa controllata dalle banche centrali di Belgio, Francia, Stati Uniti, Canada, Germania, Italia, Paesi Bassi, Svezia, Svizzera, Giappone e Regno Unito, ma è stato utilizzato finora a livello globale.
Le azioni antiterroristiche attraverso un accordo segreto
In seguito agli attacchi dell’11 settembre 2001, il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti ha sviluppato un accordo segreto con la cooperativa SWIFT per monitorare tutte le transazioni finanziarie mondiali. Questo accordo era finalizzato a fornire dati al programma denominato TFTP (Terrorist Finance Tracking Program), il meccanismo di controllo delle transazioni internazionali che, attraverso il sistema denominato “Fin message”, monitorava senza alcuna autorizzazione le transazioni e relative informazioni riservate (come i dati dell’ordinante, del beneficiario e gli estremi dei conti).
L’accordo è rimasto segreto fino al 2006, quando il New York Times, venuto in possesso di documenti riservati, li pubblicò.
E cosa accadde? L’Unione Europea intervenne per disciplinare e limitare l’acquisizione dei dati dei cittadini europei da parte degli USA, adottando il documento 2010/412/EU; questo autorizzava comunque il Terrorist Finance Tracking Program a proseguire, ma nel rispetto delle limitazioni.
Dal 2010 Usa ed Europa hanno usato lo SWIFT come segue:
- nel 2012 vennero espulse alcune banche iraniane che stavano violando le sanzioni per combattere il programma di sviluppo nucleare iraniano;
- nel 2022 vennero “congelati” oltre 300 miliardi di dollari di proprietà della Banca centrale russa attraverso il blocco delle transazioni SWIFT come risposta all’invasione dell’Ucraina, generando inquietudine tra diversi Paesi emergenti.
L’ultimo intervento, che ha messo in luce il ruolo strategico del dollaro sotto il controllo degli Stati Uniti, ha indotto molte nazioni a valutare con crescente interesse l’uso di valute alternative. E anche un sistema di pagamento alternativo allo SWIFT.
I Paesi BRICS, un’alleanza di economie emergenti composta inizialmente da Brasile, Russia, India e Cina (il precedente BRIC), cui si sono aggiunti il Sudafrica nel 2010 e più recentemente, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Etiopia e Iran nel 2024, hanno reagito adottando da subito i pagamenti CIPS cinesi come alternativa allo SWIFT.
Oggi, però, hanno sviluppato un sistema univoco, il BRICS PAY.
Tecnicamente BRICS PAY è…
un sistema innovativo per i pagamenti transfrontalieri sviluppato dal centro di ricerca presso l’Università Statale di San Pietroburgo. Questo sistema, noto tecnicamente come DCMS, mira a ridefinire il modo in cui vengono gestite le comunicazioni finanziarie internazionali, eliminando la necessità di hub o sistemi centralizzati.
L’unicità del DCMS risiede, appunto, nella sua completa decentralizzazione. Ogni partecipante ha il pieno controllo sul proprio nodo, garantendo un sistema teoricamente immune da manipolazioni o interferenze esterne. Questo approccio consente al sistema di funzionare senza commissioni obbligatorie, dando agli utenti la libertà di applicare commissioni reciproche su base volontaria. Ma non finisce qui: progettato per essere resiliente, il sistema è in grado di creare percorsi alternativi per garantire che le transazioni vengano completate anche in caso di interruzioni nelle comunicazioni dirette. Questo aspetto mira a ridurre al minimo gli squilibri tra le controparti, ottimizzando il flusso di informazioni e risorse. La sicurezza è una priorità assoluta: ogni messaggio è crittografato e firmato digitalmente, offrendo vari livelli di protezione per soddisfare le esigenze degli utenti.
In termini di prestazioni, DCMS promette un’efficienza straordinaria, con la capacità di elaborare fino a 20.000 messaggi al secondo senza richiedere hardware specifici. Gli utenti possono anche configurare parametri personalizzati, come tassi di cambio ed eventuali limiti di transazione, rendendo il sistema altamente adattabile a diversi contesti economici.
Quindi con questo sistema non potrà più accadere quanto avvenuto con lo SWIFT e i dollari detenuti dalla Russia, o almeno questo è lo scopo dichiarato dagli organi ufficiali nei documenti di presentazione del Brics Pay, di cui riportiamo tre dei cinque punti.
“La sovranità finanziaria autorizza una nazione a gestire in modo indipendente le proprie risorse e relazioni finanziarie, sia a livello nazionale che internazionale. Comporta la libertà di prendere decisioni finanziarie e intraprendere azioni finanziarie senza influenze esterne o coercizioni da parte di altri paesi o entità internazionali.”
La forza finanziaria e la ricchezza di una nazione non saranno più determinate dalla vicinanza ai centri di emissione globali o dalle dimensioni del suo mercato dei derivati. Invece, la vera misura della prosperità di una nazione risiederà nella sua abbondanza di risorse naturali, culturali, industriali, intellettuali e umane.
*documenti ufficiali Brics Pay
In questi due passaggi viene espressa la volontà di ritornare a una valuta ancorata all’economia reale, svincolandosi da crisi finanziarie basate su bolle speculative e declassamento di Stati basate su valutazioni delle società di rating.
Analizziamo ora un ultimo estratto:
“Il sistema finanziario globale dell'era di Bretton Woods sta subendo una trasformazione significativa. Stiamo assistendo a un crescente debito globale, a una crescente disuguaglianza di ricchezza e alla frammentazione dei sistemi commerciali e finanziari. Il nostro obiettivo è garantire un accesso equo alle tecnologie finanziarie e alla ricchezza globale, offrendo a tutti l'opportunità di raggiungere il loro pieno potenziale. Oggi, iniziamo a costruire un nuovo sistema finanziario equo e decentralizzato per il futuro”.
*documenti ufficiali Brics Pay
In questo passaggio si nota un esplicito riferimento agli accordi di Bretton Woods.
Bretton Woods?
Andiamo indietro nel tempo…
Nel 1944, al termine della Seconda Guerra Mondiale, la conferenza di Bretton Woods sancì un accordo internazionale che portò alla creazione del Fondo Monetario Internazionale (FMI) e della Banca Mondiale. Questo evento segnò la nascita di un nuovo assetto economico e monetario globale, centrato sul dollaro statunitense. Fu stabilito che tutte le valute mondiali sarebbero state legate all’andamento del dollaro attraverso tassi di cambio fissi, mentre la valuta americana sarebbe stata ancorata all’oro, rendendola convertibile in lingotti: di fatto l’imposizione del predominio del dollaro sulle altre monete.
Negli anni ’30 e ’40 del XX secolo molte nazioni abbandonarono il sistema aureo, principalmente a causa delle difficoltà economiche della Grande Depressione e della necessità di maggiore flessibilità monetaria durante e dopo la Seconda Guerra Mondiale.
Nel 1971, a seguito di varie crisi finanziarie, inclusa la pesante sconfitta militare ed economica della guerra del Vietnam, il presidente Richard Nixon fu costretto a porre fine agli accordi di Bretton Woods e a sospendere la convertibilità del dollaro in oro. Sempre nel 1971, svalutando il dollaro, diede inizio alla fluttuazione dei cambi. Nel febbraio del 1973 ogni legame tra le monete estere venne definitivamente reciso e lo standard aureo segnò l’inizio dell’era delle valute fiat.
Il dollaro
Ancora oggi il dollaro è la valuta predominante, rappresentando quasi i due terzi delle transazioni mondiali, anche se il Fondo Monetario Internazionale (FMI) ha evidenziato che negli ultimi 20 anni la presenza di dollari Usa nelle riserve delle banche centrali è scesa dal 71% al 59%, mentre la quotazione dell’oro è salita (da circa 10 euro/grammo nella prima metà del 2005 a circa 80 euro/grammo nel 2024). Secondo gli analisti il rialzo del prezzo aureo è influenzato dalla difficoltà nell’estrazione, dalla crescente richiesta e dalle dinamiche monetarie tra cui l’indebolimento del dollaro, conseguenza della riduzione dei tassi di interesse negli Stati Uniti.
In ordine di capitalizzazione, le banche centrali di Russia, Cina e Turchia stanno accumulando riserve d’oro.
I BRICS vogliono introdurre una moneta ancorata a un sistema di garanzie reali?
Si vocifera che nel “paniere di garanzia”, oltre all’oro, di cui posseggono un quinto delle riserve mondiali, potrebbero rientrare anche le “terre rare”, di cui i paesi BRICS detengono il primato.
Il BRICS Pay rappresenta non solo un’alternativa tecnologica allo SWIFT, ma anche il simbolo di un cambiamento geopolitico ed economico più ampio. È l’espressione della volontà dei Paesi emergenti di svincolarsi dall’egemonia finanziaria occidentale, proponendo un sistema più equo, decentralizzato e ancorato alle risorse reali.
Questo progetto non è semplicemente una risposta alla vulnerabilità evidenziata dagli eventi del 2022 con la Russia, ma un passo verso la trasformazione del sistema economico globale, che intende spostare il focus dalla speculazione finanziaria al valore intrinseco delle risorse naturali e delle capacità produttive.
Mentre i BRICS delineano un futuro in cui la sovranità finanziaria non è subordinata al predominio del dollaro, il mondo osserva con attenzione se questa iniziativa sarà capace di mantenere le sue promesse, costruendo un nuovo paradigma economico che possa garantire stabilità e prosperità per tutte le nazioni coinvolte.
by Adam & Eve Smith
Fonti:
https://www.brics-pay.com/files/DCMS-EN1.pdf
https://www.nytimes.com/2006/06/23/washington/23intel.html
https://www.edps.europa.eu/data-protection/data-protection/glossary/t_en
https://www.govinfo.gov/content/pkg/CHRG-109hhrg31534/html/CHRG-109hhrg31534.htm
https://cdn.brics-russia2024.ru/upload/docs/Kazan_Declaration_FINAL.pdf?1729693488349783