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CONFUSIONAL QUARTET – Album Omonimo (1980) Italian Records

CONFUSIONAL QUARTET – Album Omonimo (1980) Italian Records

2 Aprile 1979 – All’interno del Palasport, 6000 giovani erano in attesa dell’inizio di quella che sarebbe diventato nel corso degli anni il più importante appuntamento della musica indipendente italiana. 

La prima edizione del Bologna rock, rappresentava per quei ragazzi, un autentico rito di consacrazione di tutti quei movimenti d’avanguardia artistica, che partendo dalle cantine, dagli spazi di aggregazione sociale più o meno improvvisata, e sorretti dal tam tam delle prime radio “libere”, oltre che dal mondo universitario del Dams, avevano trovato un naturale luogo di crescita e contaminazione. 

Quella sera sul palco c’erano anche i Confusional Quartet, che nell’ambiente bolognese rappresentavano l’area più sofisticata ed intellettuale di quei gruppi, che proponevano inediti modelli di sperimentazione e rottura con le tradizionali produzioni proposte dal mercato discografico italiano ancora legato al cantautorato.

Nel corso del loro live set proposero una dissacrante e futuristica  versione del famoso brano “Volare”. Il celebre motivo di Modugno venne contaminato da inaspettate dissonanze elettroniche e da improvvise aperture classic blues-rock. 

A Differenza degli Skiantos, che proponevano una tessitura musicale semplice e diretta, basata sui classici schemi del punk di derivazione inglese e su testi demenziali, che mettevano in risalto le contraddizioni della società dell’epoca, i Confusional Quartet proponevano una contaminazione oscillante tra il jazz, gli intellettualismi progressivi degli Area, e le influenze tipiche della New Wave americana: Devo e Tuxedomoon in particolare. 

Il loro primo disco, pubblicato nel 1980, intitolato semplicemente: Confusonal Quartet,  proponeva oltre all’esigenza del cambiamento delle regole in uso all’interno del mondo discografico tradizionale, il bisogno di proporre uno stile nuovo e personale, in grado di fornire al pubblico i nuovi suoni generati dai recenti strumenti elettronici.  

Fin dal primo brano emergono gli stilemi tipici della musica progressiva italiana e le nuove suggestioni provenienti dalla new wave di oltre-atlantico. 

La batteria di Gianni Cuoghi, per tutto l’album, si mantiene sincopata e nervosa. Il sintetizzatore di Marco Bertoni, attraverso l’utilizzo di dissonanze penetranti cerca il dialogo con la chitarra di Enrico Serotti, che passa da intellettualismi  jazz ad improvvise aperture hard rock. Il tutto legato dal basso virtuoso di Lucio Ardito.

L’album omonimo dei Confusional Quartet deve quindi considerarsi a tutti gli effetti una delle più importanti produzioni della musica indipendente italiana, che oltre a consacrare Bologna come principale centro della cultura giovanile italiana, ha aperto nuove strade e metodologie espressive.

L’album è riascoltabile al seguente link di youtube.

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