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Gabinetto medico

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Gemelli? Boh, Forse
Si dice che ognuno di noi ha una doppia anima...
by D&D

…Quello che state per leggere non è il prodotto di ricerche accademiche, ma divagazioni di un passante per caso intorno alla tecnologia.

Nel film di Bernardo Bertolucci L’ultimo Imperatore, c’è una scena che mi restò impressa: un cortigiano esamina scrupolosamente il vasino del piccolo imperatore per decidere la dieta del giorno. Sembra una bizzarria regale, ma in realtà era una pratica antica, seria e meticolosa. Nella cultura orientale, l’esame degli scarti organici non era una stravaganza regale, ma un modo rigoroso e sistematico per monitorare lo stato di salute dell’Imperatore Celeste. Un’idea antica, certo, ma sorprendentemente attuale. Oggi, infatti, grazie alla tecnologia, potremmo tornare ad ascoltare il corpo in modo profondo. Solo che, al posto del medico, c’è un sensore. E il trono… è il WC.

Con un salto di secoli e qualche aggiornamento firmware, ecco che entra in scena U-Scan, il sensore sviluppato da Withings. Ha la forma di un sasso levigato e si aggancia silenziosamente alla ceramica interna del tuo bagno. Ogni volta che urini, lui si attiva, preleva una minuscola quantità di liquido e inizia a fare ciò che una volta spettava a un’intera équipe medica: analizza, valuta, diagnostica. Dal pH ai chetoni, e se sei donna, persino i segnali ormonali legati al ciclo mestruale. Tutto finisce nell’app sullo smartphone, senza nemmeno dover tirare fuori il telefono dalla tasca. Il bagno non è più solo un bagno: è diventato il primo step di un check-up continuo, discreto e quotidiano.

Ogni cartuccia del dispositivo ha una durata di circa tre mesi e può essere sostituita a seconda delle esigenze. L’interfaccia dell’applicazione è amichevole e colorata, con grafici che mostrano l’evoluzione dei parametri nel tempo, avvisi, suggerimenti e persino notifiche motivazionali. Una tecnologia invisibile che entra nella vita quotidiana senza invaderla, ma che, al tempo stesso, cambia il paradigma: non più visite mediche sporadiche e reattive, ma monitoraggio silenzioso e costante. È una medicina domestica che si prende cura di te mentre vivi, senza che tu debba nemmeno pensarci.

Non siamo ancora ai miracoli della scienza, d’accordo. Ma con gli strumenti che abbiamo oggi, si potrebbe già fare molto. L’idea, bellissima ma prematura, di Elizabeth Holmes e Theranos, secondo cui una goccia di sangue poteva rivelare 240 analisi, ha affascinato il mondo. Peccato che fosse una frode. La tecnologia, quella vera, è meno scenografica ma molto più concreta. E allora il water potrebbe diventare un medico. E il respiro, trasformarsi in messaggero.

Non è un’iperbole poetica: è scienza. Studi pubblicati su riviste autorevoli dimostrano che l’acetone presente nell’aria espirata può essere un indicatore affidabile dello stato glicemico. Significa che potremmo presto dire addio alle punture quotidiane sul dito. Un semplice soffio basterà per sapere se il livello di zuccheri nel sangue è sotto controllo. È già realtà nei laboratori, ed è solo questione di tempo prima che arrivi in un gadget da portare al polso o da appoggiare sul comodino. Un futuro in cui la glicemia si monitora parlando, sbadigliando, persino cantando. Involontariamente, ma con precisione.

Ma la direzione è chiara: tutto quello che facevamo in modo invasivo, doloroso o scomodo, domani sarà automatico, continuo e indolore. Un esempio già alla portata di tutti è l’analisi del sonno: basta un’app. Insomma, per conoscere il nostro stato di salute basterà vivere. Respirare, dormire, andare in bagno.

E mentre tu vivi, tanti piccoli sensori — invisibili, silenziosi, intelligenti — raccolgono dati, li confrontano con i tuoi valori abituali, che verranno poi elaborati con l’intelligenza artificiale, la quale ti dirà se tutto va bene o se è il caso di fare attenzione.

Un piccolo battito fuori tempo non passerà più inosservato. Una variazione nel respiro potrà diventare una diagnosi precoce. Una visita in bagno potrà salvare una vita. E tutto questo, senza alcun trauma, senza ospedali, senza code.

A questo possiamo abbinare Project Mulberry, che Apple ha deciso di rilanciare di recente. Questo progetto promette di rivoluzionare il concetto stesso di prevenzione. L’idea è semplice e, al tempo stesso, audace: trasformare l’app Salute in un coach personale basato sull’intelligenza artificiale. Non si tratta solo di contare i passi o misurare il battito cardiaco. L’obiettivo è costruire una guida digitale capace di interpretare dati complessi raccolti da iPhone, Apple Watch, AirPods e, perché no, anche dal cuscino su cui dormi. E poi restituire consigli, piani di benessere, notifiche intelligenti. Il tutto con la voce rassicurante di un assistente che non dimentica nulla, non sbaglia mai e non si stanca di motivarti.

Mulberry analizzerà comportamenti, cronologie mediche, abitudini alimentari e cicli del sonno. Ti proporrà obiettivi realistici. Ti seguirà nei tuoi miglioramenti. Ti correggerà con discrezione quando stai tornando alle vecchie abitudini. Sarà il medico di famiglia 4.0: sempre presente, sempre gentile, sempre aggiornato. E tutto questo, in modo completamente personalizzato. Ma il vero cambiamento non sta solo nella tecnologia.

Sta nel rapporto che stiamo ricostruendo con il nostro corpo. Una relazione basata su ascolto, costanza e conoscenza. Non si aspetta più il sintomo, non si corre più ai ripari all’ultimo minuto. Si osserva, si previene, si anticipa. Ogni respiro, ogni visita al bagno, ogni battito diventa un dato. E ogni dato, una storia. Una storia che parla di noi, della nostra salute, della nostra vita. Non sarà più la medicina dell’“arrivo in pronto soccorso”, ma quella del “ci sto lavorando ogni giorno”. E non perché siamo ipocondriaci o ossessionati, ma perché la tecnologia ci ha finalmente dato i mezzi per prenderci cura di noi stessi in modo semplice, quotidiano, umano. Il bello è che questa rivoluzione non è appannaggio di cliniche futuristiche o laboratori segreti. È già nelle case di molti. È nella ceramica del bagno, nel microfono del telefono, nel sensore del polso. Per volersi bene, oggi basta un po’ più di attenzione e un pizzico di intelligenza… artificiale.

Poi si apre il discorso delle cure, degli ospedali e dei medici…

ma questo è un altro capitolo.

by D&D

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