Gemelli? Boh, Forse Si dice che ognuno di noi ha una doppia anima... by D&D
Quello che state per leggere non è il prodotto di ricerche accademiche, ma divagazioni di un passante per caso intorno alla tecnologia.
Navigare nel vasto oceano della tecnologia è un viaggio che molti di noi intraprendono quotidianamente, spesso senza nemmeno rendersene conto. Ogni volta che accendiamo il nostro smartphone, clicchiamo su un link, condividiamo un post o inviamo un messaggio, stiamo navigando in questo mare in continua evoluzione. E come in ogni grande avventura, ci sono tesori da scoprire, ma anche pericoli da evitare.
Prendiamo, ad esempio, l’evoluzione della comunicazione. Una volta, le lettere scritte a mano erano il principale mezzo di comunicazione a distanza. Richiedevano tempo, pazienza e cura. Ogni parola era ponderata, ogni frase riflettuta. Oggi, con l’avvento di WhatsApp, chat varie e messaggi vocali, la comunicazione è diventata istantanea. Ma questa velocità ha anche un prezzo. Quante volte abbiamo inviato un messaggio di cui ci siamo pentiti? O quante volte abbiamo frainteso il tono o l’intenzione di un messaggio perché mancava il contesto della comunicazione faccia a faccia? O abbiamo inviato un messaggio alla persona sbagliata?
E poi c’è l’ascesa del commercio elettronico. Acquistare prodotti online è diventato la norma per molti di noi. Con un semplice clic, possiamo avere qualsiasi cosa, da un libro a un frigorifero, consegnata direttamente a casa nostra. Ma anche qui, ci sono sfide. Come possiamo essere sicuri che il sito da cui stiamo acquistando sia sicuro? O come possiamo sapere che il prodotto che stiamo acquistando corrisponda realmente alla descrizione?
La tecnologia ha anche trasformato il modo in cui lavoriamo. Il telelavoro, una volta considerato un lusso, oggi, e ancor più in epoca COVID, è diventato realtà per milioni di persone in tutto il mondo. La VPN ci collega direttamente alla rete dell’ufficio, permettendoci di integrare stampanti e risorse. Questo ha portato a una maggiore flessibilità e a una migliore conciliazione tra lavoro e vita privata. Ma ha anche creato nuove sfide. Come possiamo separare il lavoro dalla vita personale quando lavoriamo da casa? O come possiamo costruire relazioni con i colleghi quando la maggior parte delle nostre interazioni avviene online?
Ognuno di questi servizi, che sia chat, negozio online o accesso remoto, richiede la creazione di un account. Semplificando: nome utente e password che garantiscono un accesso esclusivo.
Ma come gestiamo e viviamo questi accessi? Con l’aumento della digitalizzazione, sono aumentate anche le minacce alla nostra sicurezza. Virus, malware, phishing e altre minacce sono diventati sempre più sofisticati. Proteggere i nostri dati e la nostra privacy è diventato essenziale. Quante volte abbiamo sentito storie di persone che sono state vittime di truffe online o di aziende che hanno subito violazioni dei dati?
Poi si scopre che la password più usata al mondo è “123456”. Una recente notizia ci dice che in Italia l’uso di “admin” come password ha di recente superato “123456”… ma stiamo scherzando? Non trascuriamo che la maggior parte delle password sono sequenze numeriche legate a date importanti… matrimoni, compleanni, e così via.
Alcuni memorizzano una password specifica, magari complessa, che usano per tutto, dallo smartphone al conto bancario, senza riflettere che la sicurezza di questi dispositivi può variare enormemente. Quindi non ci meravigliamo se poi ci sono falle nella sicurezza.
Certo, non basta usare “@” al posto di “a” e “!” al posto di “i” per rendere una password sicura. Sono trucchi che gli hacker conoscono, ma è sicuramente meglio della sequenza numerica di una data di nascita. La sicurezza è una questione complessa. È come avere un antifurto: è ovvio che se hai una Monna Lisa in casa, prima o poi qualcuno potrebbe tentare di rubarla, ma sarebbe meglio non esporla in piazza al buio di notte…