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VUOI UN’ECOGRAFIA? METTITI IL CEROTTO.

IN PROGRESSNotizie in breve

Sottoporsi ad un’ecografia non è sicuramente la cosa peggiore possa capitarci, ma una delle più snervanti sicuramente sì! Liste di attesa, giornate in strutture ospedaliere ancora in attesa che si liberi un ecografo dove, infine, un medico ci analizzerà e scansionerà mentre noi incrociamo nervosamente le dita. Ebbene, tutta questa trafila presto potrebbe far parte del passato.

Sì, perché nessuno toglie gli indiscutibili meriti dell’ecografia: un sistema di imagining efficace, di veloce esecuzione e soprattutto non invasivo per tessuti ed organi. Ma le dimensioni ingombranti del macchinario, la necessaria presenza di un operatore, il contatto continuato tra sonda dell’ecografo e paziente e il “gel conduttivo” che, seccando relativamente presto, invalida l’operazione, tutti questi fattori rendono, di fatto, questa procedura diagnostica inutilizzabile per l’acquisizione di immagini nel lungo periodo e con il paziente in movimento.

Negli ultimi anni parecchi sono stati i tentativi da parte dei ricercatori di trovare una soluzione più “portabile” se non indossabile, ma solo recentemente (luglio 2022) si sono ottenuti risultati degni di nota con lo sviluppo del BAUS: BioAdhesive UltraSound.

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Un team di ingegneri del Massachusetts Institute of Technology (MIT) è riuscito a sviluppare un dispositivo, grande come un francobollo (2cm  circa e 3mm di spessore) che, una volta applicato sulla pelle, è in grado di fornire immagini ecografiche continue di alta qualità degli organi interni profondi (cuore, fegato, polmoni, vasi sanguigni, ecc.) fino a 48 ore.

Nel dettaglio, si tratta di un vettore contenente trasduttori rigidi e fissato a due sottili film di elastomero: lo strato inferiore aderisce alla pelle, mentre lo strato superiore contiene un idrogel solido anti-deidratante “acusticamente trasparente” o meglio, capace di trasmettere facilmente le onde sonore. “Questa combinazione consente al dispositivo di conformarsi alla pelle mantenendo la posizione relativa dei trasduttori per generare immagini più chiare e precise.” dice Chonghe Wang, autore della pubblicazione su Science.

 Nei test di laboratorio l’adesivo, fissato in varie parti del corpo (torace, addome, braccia e gambe), è rimasto attaccato nonostante i soggetti testati svolgessero in laboratorio una serie di attività quali, jogging, pedalare, sollevare pesi o semplicemente stare seduti, mentre i sensori hanno trasmesso immagini nitide fino a 48 ore.

Al momento BAUS è solo una “creatura” da laboratorio, ma il team sta lavorando per poterlo rendere wireless e sta sviluppando algoritmi software basati sulle nuove (e ormai onnipresenti…) IA in grado di analizzare, interpretare e diagnosticare le immagini una volta trasmesse: dalle prestazioni di un atleta in fase di sforzo al semplice monitoraggio della pressione arteriosa, dalla progressione di una forma tumorale allo sviluppo di un feto nell’utero.

Forse in un futuro non troppo lontano i BAUS potranno essere acquistati direttamente in farmacia come comuni cerotti ed interagire con i nostri smartphone.

Niente più liste d’attesa, niente più ore in ospedale…ma continueremo ad incrociare le dita.

By O.D.B.

italo RED

Fonti: .Bioadhesive ultrasound for long-term continuous imaging of diverse organs”, Science, Chonghe Wang, Xiaoyu Chen, Liu Wang, Mitsutoshi Makihata, Tao Zhou, Xuanhe Zhao Hsiao-Chuan Liu.

. “Engineers develop stickers tha can see inside the body”, ScienceDaily.

. “Un cerotto hi-tech vede nel corpo, è un mini ecografo indossabile”,Ansa.it

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