Oggi, 12 Giugno 2023, abbiamo detto addio a Francesco Nuti, uno degli attori più amati e versatili della storia del cinema italiano. Con profonda tristezza, il mondo dell’arte piange la sua scomparsa, avvenuta questa mattina dopo una lunga malattia, all’età di 68 anni. La notizia è stata annunciata dalla figlia Ginevra, lasciando un vuoto incolmabile nel cuore di tutti coloro che hanno amato il suo talento e il suo sorriso contagioso.
Nuti è stato un artista poliedrico, capace di regalare emozioni uniche attraverso la sua recitazione, la regia e la sua originale e indimenticabile comicità.
Nato il 17 Maggio del 1955 a Prato (allora Prato era provincia di Firenze), da mamma Calabrese e Padre Toscano, Francesco Nuti, figlio della working class, legato alla gente di quartiere, delle sue Prato e Firenze, ha iniziato a coltivare la sua passione per la recitazione fin dagli anni ’70, quando giovanissimo recitava da dilettante, sui palchi di provincia, scrivendosi da sé i propri monologhi, fino all’incontro magico con la coppia artistica Alessandro Benvenuti e Athina Cenci, all’epoca entrambi già conosciuti nel mondo del cabaret col nome di Giancattivi.
https://www.teche.rai.it/2013/07/alessandro-benvenuti-e-francesco-nuti-in-la-sberla-del-1979/
Con Francesco diventeranno un trio irresistibile non solo per i palcoscenici minori: naturale, infatti, l’approdo alla televisione (Non stop, Black Out) e al cinema nell’81 con “Ad Ovest di Paperino” (firmato Benvenuti) e solo un anno dopo, ma da solista (e la regia di Maurizio Ponzi), con “Madonna che Silenzio c’è Stasera”, “Son Contento”, “Io, Chiara e lo Scuro”, quest’ultimo una vera e propria dichiarazione d’amore per le donne (delle quali regolarmente, non solo s’innamora, ma vuole anche nei suoi film) e soprattutto il biliardo, di cui era un grande (ed apprezzato) appassionato e che, in più di un’occasione, definiva come: “…una donna e il tappeto verde è la sua gonna.” E poi l’inevitabile debutto dietro la macchina da presa, nel 1985, con “Casablanca Casablanca”. Il suo carisma innato e il suo talento lo hanno portato a interpretare, dirigere e spesso scrivere storie dove, una comicità sempre delicata, fungeva da sfondo onnipresente ad intrecci a volte nevrotici, altre semplicemente “scombinati”, nei quali, la centrale analisi del rapporto uomo-donna, ci portava inevitabilmente a ridere e sempre a riflettere, ma mai ad annoiare, dimostrando una straordinaria versatilità artistica. Nel corso di oltre un ventennio, Nuti ha saputo regalarci storie raccontate sempre con maestria, autenticità e una sensibilità straordinarie.
Sensibilità che nell’88 lo avvicinò anche (…e ancora) alla musica, quella importante: “Sarà per Te”. Presentata al Festival di Sanremo (in seguito incisa anche da Mina).
Gli anni ’80 per Francesco furono di una fertilità artistica quasi magica: ancora nell’85 “Tutta Colpa del Paradiso”, “Stregati” (’86), “Caruso Pascoski di padre polacco” (’88), “Willy Signori e vengo da lontano” (’89).
Tra la metà degli anni ’90 e duemila, la fortuna sembra “trascuralo”, fino a trovarsi malamente incastrato in “OcchioPinocchio” (’94), produzione ambiziosa ma altrettanto fallimentare. Un fallimento che mette in luce un narcisismo che sfocia in una megalomania autodistruttiva. Non si riprenderà più fino all’incidente.
Nel 2006, in un tunnel senza fine fatto di depressione, alcool e scatti d’ira, un grave incidente colpì Francesco Nuti: una caduta accidentale in casa e il conseguente ematoma celebrale che gli permetterà solo un lieve recupero, allontanandolo definitivamente dal cinema.
Francesco è stato il simbolo di quella capacità, così rara oggi, ma non inusuale allora, di come intelligenza e commedia possono dare vita a “opere geniali”, dove realtà e immaginazione riescono a darci “sane” lezioni di vita, mai con una lacrima di troppo e sempre con un sorriso in più.
La prassi ci impone di finire con frasi di congedo quali “…la sua morte lascerà un vuoto incolmabile…ma le sue opere manterranno viva la sua memoria per sempre…”. Ma in realtà quel silenzio, quell’assenza assordante, si palesarono già tanti anni fa e, da allora, nessuno di noi è riuscito a fare o dire qualcosa che potesse aiutarlo a romperli e “tornare”.
Con tutto ciò che ci hai donato, saremo sempre in debito e mai come quest’oggi titolo fu più adeguato:
"Madonna che Silenzio c'è stasera".
Ciao Francesco.
O.D.B.
e la redazione tutta di ItaloRED