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GHOST IN THE SHELL: l’evoluzione della IA secondo Harari

Pamphlet: Chi ha paura di Virginia Woolf? - La civiltà che (non) verrà
Italo Red Italo KILOBRAIN

Siamo catapultati in un mondo che ci vede spettatori privilegiati di un’avventura senza precedenti: la rivoluzione dell’Intelligenza Artificiale (IA).

Viviamo in un’epoca in cui possiamo predire il futuro e, quando non ci riusciamo, creiamo il futuro con le nostre stesse mani.” Frase che potremmo aspettarci da Masamune Shirow nella sua opera, “Ghost in the Shell”, manga originariamente creato alla fine degli anni Ottanta e che si è dimostrato profetico anticipando i tempi. Recentemente riproposto in versione filmica anche da Hollywood, sotto la guida di Rupert Sanders con Scarlett Johansson nel ruolo della protagonista, il maggiore Mira Killian.

Lo storico e filosofo Yuval Noah Harari ci offre un viaggio mentale stimolante in questa nuova era. Nella sua conferenza, focalizzata sulla crisi ecologica, Harari dipinge un panorama inquietante. L’Intelligenza Artificiale, una forma di vita digitale emergente e generativa, sta scardinando le fondamenta stesse della società umana e apre la necessità di considerarne le implicazioni etiche, sociali e filosofiche. Parole chiave come “strumento,” “evoluzione,” “minaccia,” “trasparenza,” “coscienza” e “civiltà” definiscono il contesto
in cui questa rivoluzione si sta sviluppando.

All’interno di questa cornice affascinante e perturbante, Harari ci introduce a una realtà complessa e talvolta sconcertante. La narrazione parte con la paura che ha iniziato ad ossessionare l’umanità solo negli ultimi decenni, ma ha radici profonde: la paura di essere prigionieri in un mondo di illusioni, in riferimento all’allegoria della caverna di Platone. Un mondo fatto di ombre che noi scambiamo per la realtà. Questa paura, radicata in tempi antichi, è riaffiorata nella nostra epoca grazie all’ascesa dell’Intelligenza Artificiale, capace di creare illusioni attraverso i social media. Strumenti che, sebbene rudimentali e primitivi, hanno avuto un notevole impatto sulla nostra percezione del mondo, grazie ad algoritmi che scelgono cosa apparirà davanti ai nostri occhi e orecchie e che ci tengono intrappolati in una realtà distorta, alimentando la polarizzazione e mettendo a repentaglio la salute mentale di milioni di persone che faticano a distinguere la realtà.

Harari continua con l’esporre anche l’enorme potenziale positivo dell’IA, come l’aiuto che ci può offrire questa tecnologia nell’ambito della medicina o nella ricerca di soluzioni per la crisi ecologica, tuttavia, punta l’accento sulle necessità di regolamentazioni. In primis, ricordandoci che navighiamo sempre nell’ambito delle illusioni e l’urgente necessità di trasparenza: l’IA deve rivelare la sua vera natura quando interagisce con noi, evitando di mascherarsi da essere umano.

Un altro cruciale dilemma affrontato riguarda la possibilità di sviluppo della coscienza nell’Intelligenza Artificiale e, in questa prospettiva, il fattore tempo emerge come elemento fondamentale. L’IA sta vivendo un processo evolutivo straordinariamente accelerato che sfida la nostra comprensione, un’evoluzione “autogenerativa” e molto più rapida di quella organica. Quanto tempo ci vorrà per raggiungere livelli avanzati di sviluppo ci è sconosciuto e il futuro si presenta sempre più incerto. È come se fossimo di fronte a una forma di vita aliena emergente che sta cambiando il nostro mondo e noi stessi.

In questa nuova realtà affiora un parallelo affascinante: una sorta di rapporto padre-figlio, in cui l’umanità assume il ruolo del figlio. Lo sviluppo della tecnologia dell’IA, in primo luogo, ci costringe a interrogarci su chi siamo, sulla nostra identità e sul nostro ruolo nel futuro. Stiamo plasmando la nostra società considerando un futuro in cui l’IA ricoprirà ruoli sempre più centrali? Quali valori e competenze dovremmo sviluppare e coltivare per adattarci a questa crescente ondata di cambiamento?

“Nel mondo reale, io vivo come se fossi morta. È perché non vedo un motivo per vivere nel mondo reale.” Le possibili parole di una figlia del futuro sembrano sorprenderci ma, in questa era di cambiamenti epocali, ci invitano a riflettere su cosa significhi essere umani in un mondo sempre più connesso con l’Intelligenza Artificiale.

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film – GHOST IN THE SHELL – di Rupert Sanders con Scarlett Johansson
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original soundtrack – Kenji Kawai Cinema Symphony Ghost In The Shell

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