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Il ruolo della Cina nel nuovo ordine mondiale.

Mario Caligiuri - lezioni di intelligence
Mario Caligiuri – lezioni di intelligence

L’ospite di Mario Caligiuri è Lifang Dong

Lifang Dong avvocatessa e titolare della Dong & Partners relazioni internazionali, nonché Presidente dell'Associazione Silk Council.
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Lifang Dong affronta il tema del ruolo della Cina nel contesto del nuovo ordine mondiale, analizzando l’evoluzione geopolitica del paese e l’organizzazione di sicurezza di Pechino. Inoltre, esamina le relazioni tra la Cina, gli Stati Uniti, l’Europa e l’Italia, con un focus sui servizi di intelligence cinesi nel contesto della Nuova Via della Seta, della pandemia da Covid-19 e del conflitto Russo-Ucraino.

Dong sottolinea come la Cina sia diventata una potenza economica mondiale e un protagonista geopolitico fondamentale. Da quando è stata fondata la Repubblica Popolare Cinese nel 1949, il paese ha avuto tre presidenti principali: Mao Zedong, protagonista della “lunga marcia”; Deng Xiaoping, che ha avviato la politica di apertura verso l’Occidente nel 1978; e l’attuale presidente Xi Jinping, salito al potere nel 2013 e attualmente al suo terzo mandato consecutivo.

L’attuale Cina è il risultato di 45 anni di riforme, che hanno determinato un boom economico e hanno definito il suo ruolo nella geopolitica internazionale.

Ecco le date cruciali che hanno determinato il ruolo cinese nello scenario internazionale.

Nel 2001, la Cina è entrata a far parte dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO), il che ha consentito al paese di essere inserito nel mercato globale. Da allora, la Cina ha registrato una crescita media annua del PIL del 10%, permettendo a oltre 800 milioni di persone di uscire dalla povertà assoluta. A causa della pandemia prolungata e della politica di “Zero Covid” in Cina, si è verificata una flessione economica, e considerando anche il conflitto russo-ucraino, le previsioni di crescita economica per il 2022 sono state del 5,5%, mentre per il 2023 è previsto il 4,5%.

Lifang Dong sottolinea le due strategie di lungo termine della presidenza di Xi Jinping. Oltre al piano strategico “Made in China 2025“, che mira a trasformare l’industria cinese da “fabbrica del mondo” a potenza industriale competitiva e all’avanguardia, c’è il progetto ambizioso della “Nuova Via della Seta“. Questo progetto, lanciato nel 2013, coinvolge più di 150 Paesi e collega la Cina con l’Asia, il Medio Oriente, l’Africa, l’Europa e l’America Latina.

Nuova Via della Seta

Per Lifang Dong, la Nuova Via della Seta è uno strumento fondamentale per la cooperazione economica e la sicurezza internazionale. Nel discorso inaugurale del Belt and Road Forum del 14 maggio 2017, il presidente Xi Jinping l’ha definita “strada per la pace“.

L’adesione alla Nuova Via della Seta implica l’entrata in un sistema di connessioni infrastrutturali che facilita il trasporto e la circolazione di merci e persone su strade, porti, aeroporti e attraverso reti digitali. Questo include anche investimenti in ospedali, infrastrutture di rete e tecnologia 5G, con l’obiettivo di creare ricchezza nei paesi con cui si instaura un partenariato.

L’interconnessione delle infrastrutture è alla base dello sviluppo di relazioni finanziarie, dell’incoraggiamento agli investimenti, del rafforzamento dei legami culturali, dello scambio di know-how, dell’aumento del turismo e dell’incremento degli scambi commerciali e della cooperazione.

Negli anni, questo modello multilaterale si è esteso anche all’energia, alla sanità e alla finanza.

L’alleanza strategica tra Russia e Cina

Dong sottolinea l’alleanza strategica tra Russia e Cina nel settore energetico, che è diventata ancora più evidente durante le sanzioni economiche imposte all’economia russa da parte dell’Occidente. In questo periodo, la Russia ha potuto vendere il suo gas proprio alla Cina.

Pechino può svolgere un ruolo di superpotenza geopolitica paragonabile agli Stati Uniti, agendo come mediatore per perseguire la strada della pace e prevenire un terzo conflitto mondiale. Con la Nuova Via della Seta attualmente ostacolata dalla guerra in corso tra Russia e Ucraina, la Cina sta cercando opportunità verso ovest. Infatti, è presente in modo significativo nei corridoi dell’Asia Centrale e del Medio Oriente, offrendosi come fornitore di sicurezza su scala globale come alternativa agli Stati Uniti.

Un esempio di successo nella mediazione della Cina è la recente normalizzazione dei rapporti diplomatici tra Iran e Arabia Saudita, avvenuta il 10 marzo 2023 sotto la supervisione del Ministro degli Esteri cinese Wang Yi. Questo ha portato a importanti accordi commerciali per la fornitura di petrolio a prezzi vantaggiosi.

Inoltre, alcuni paesi dell’America Latina, come il Brasile e l’Argentina, hanno firmato importanti accordi commerciali con la Cina, adottando lo yuan come valuta di scambio commerciale al posto del dollaro USA. Infine, l’influenza della Cina in Africa è predominante grazie alla creazione di infrastrutture significative che hanno migliorato la qualità di vita delle comunità locali.

la Nuova Via della Seta si basa sui valori della tecnologia e dello sviluppo sostenibile.

Promuove il vantaggio reciproco dei paesi coinvolti nella cooperazione (“win-win cooperation”) e si basa su cinque principi guida della politica estera cinese: rispetto della sovranità e dell’integrità territoriale, non aggressione, non ingerenza negli affari interni, uguaglianza e vantaggio reciproco, e coesistenza pacifica.

La Cina, attraverso la Nuova Via della Seta, sta cercando di consolidare il suo ruolo nel nuovo ordine mondiale.

Tuttavia, l’attuale contesto globale presenta sfide significative per la Cina. La pandemia di Covid-19 e il conflitto tra Russia e Ucraina hanno influenzato la crescita economica del paese. Nonostante ciò, la Cina continua a perseguire le sue strategie a lungo termine, come il piano strategico del Made in China 2025 e il progetto ambizioso della Nuova Via della Seta, al fine di ristrutturare l’industria cinese e rafforzare le sue connessioni globali.

l ruolo della Cina nel nuovo ordine mondiale è in continua evoluzione

Attraverso la Nuova Via della Seta e altre iniziative, la Cina cerca di promuovere la cooperazione economica, la sicurezza internazionale e l’interconnessione tra diverse regioni del mondo. La sua posizione come superpotenza geopolitica è in crescita, e la Cina si presenta come un mediatore e un attore chiave per mantenere la pace e la stabilità globali.

I nuovi indirizzi politici del Partito Comunista rappresentano un cambiamento di paradigma rispetto al passato. Ecco i quattro punti principali. Primo, vi è un rafforzamento del mercato interno per ridurre la dipendenza dalle esportazioni. Secondo, si mira alla resilienza e all’autosufficienza tecnologica e scientifica, attraverso la realizzazione del progetto della “Nuova Via della Seta” e il progetto “China Standards 2035”, volto a promuovere l’innovazione tecnologica in Cina. Terzo, si punta alla crescita dell’eco-sostenibilità per raggiungere l’obiettivo di zero emissioni di carbonio entro il 2060, considerando anche il rientro degli Stati Uniti, sotto la presidenza di Biden, nell’accordo di Kyoto. Infine il quarto, si promuove il multilateralismo nelle relazioni internazionali, a partire dal conflitto russo-ucraino.

Nel 2023, il Partito Comunista ha ribadito l’importanza di stimolare l’economia, investire nella ricerca tecnologica e destinare ulteriori risorse per gli armamenti.

Il 14° Piano quinquennale per lo sviluppo economico e sociale 2021-2025, che prevede una crescita del 5,5% nel 2022 e del 4,5% nel 2023. Prevede un aumento delle spese annuali nel settore della Ricerca, Sviluppo e Difesa, oltre a una politica fiscale espansiva per sostenere l’istruzione, la sanità e l’occupazione.

Gli scambi commerciali

dall’adesione della Cina all’Organizzazione Mondiale del Commercio nel 2001, il volume dell’import-export è aumentato da 509 miliardi a 6.051 miliardi, con una crescita annuale di circa il 12%. Il tutto reso possibile grazie a riforme e iniziative istituzionali che hanno aperto sempre di più il mercato cinese al resto del mondo.

Dopo l’economia ha ricostruito lo sviluppo storico dei servizi di intelligence in Cina

Durante la dinastia Song (960-1279 d.C.), era in vigore il “sistema baojia”, che implicava una “sorveglianza reciproca” tra gruppi di famiglie, responsabili collettivamente della sicurezza sociale e delle entrate fiscali. Pertanto, l’obiettivo dei servizi d’intelligence era principalmente di natura interna, finalizzato al mantenimento dello status quo e dell’ordine interno. Tuttavia, con l’apertura verso il mondo, iniziata con la politica di Deng Xiaoping e la globalizzazione, il sistema d’intelligence cinese si è evoluto, sviluppando capacità di raccolta informativa anche all’esterno.

A partire dal 1949, la struttura di intelligence cinese si è divisa in due entità principali: il Ministero della Sicurezza Pubblica (MPS) e il Ministero della Sicurezza di Stato (MSS) nell’ambito civile, e l’Intelligence Militare (MID) nell’ambito militare.

Con l’ascesa al potere di Xi Jinping, è stata introdotta una struttura di sicurezza nazionale più complessa e centralizzata, sotto la guida della Central National Security Commission, al fine di preservare la stabilità politica, economica e sociale.

Nel sistema cinese, lo Stato è direttamente controllato dal Partito Comunista, tanto che il Presidente cinese e il Segretario generale del Partito coincidono nella persona di Xi Jinping.

Oggi, per la Cina, la sicurezza nazionale non si limita più solo ai tradizionali ambiti come l’integrità territoriale e la difesa da attacchi militari, ma coinvolge anche settori come l’immagine internazionale del Paese e la sua esposizione al mondo esterno.

I servizi di intelligence cinesi adottano un approccio proattivo, coinvolgendo la società civile nella sicurezza nazionale e facendo ampio uso delle nuove tecnologie per la “sorveglianza di massa”. Vengono inoltre introdotte nuove leggi per rafforzare il controllo centralizzato sulla circolazione dei dati, come il famoso “Grande firewall” che blocca contenuti sensibili online, come le critiche al governo e i contenuti pornografici.

Inoltre, vengono implementate le “Smart cities” attraverso progetti pilota che migliorano la qualità della vita delle comunità mediante l’utilizzo di applicazioni digitali. Un esempio di utilizzo della tecnologia per il controllo sociale ai fini della sicurezza sono le telecamere per il riconoscimento facciale e l’adozione del “social credit system”, un sistema in cui il governo, attraverso la sorveglianza di massa e basandosi su una serie di parametri, attribuisce ai cittadini una reputazione sociale da cui possono derivare premialità.

La legislazione cinese in materia di sicurezza nazionale e intelligence

La Cybersecurity Law, in vigore dal giugno 2017, regola la raccolta, la trasmissione e l’uso dei dati personali da parte degli operatori di infrastrutture informative critiche e degli operatori di rete, al fine di garantire la sicurezza informatica e la tutela della sovranità cinese nel cyberspazio.

La legge sulla sicurezza nazionale di Hong Kong del 2020 ha istituito un Ufficio dipendente dal Governo centrale, con potere sostitutivo e gestione diretta, in campi delicati come l’intelligence. Tale legge prevede pareri obbligatori riguardo ai crimini contro la sicurezza dello Stato. Questa legge rappresenta una svolta storica nei rapporti interni tra Hong Kong e la Cina, garantendo una maggiore integrazione tra i livelli nazionali e locali di governance.

Infine, la legge sulla sicurezza dei dati e la legge sulla protezione dei dati personali, entrate in vigore rispettivamente a settembre e novembre 2021. Queste leggi stabiliscono limiti al trasferimento transfrontaliero dei dati e consentono alla Cina di adottare contromisure specifiche nei confronti di qualsiasi stato estero che imponga restrizioni, divieti o discriminazioni riguardo al trattamento dei dati o allo sviluppo di nuove tecnologie per il loro utilizzo. Inoltre, impongono obblighi specifici per coloro che gestiscono dati personali di individui presenti sul territorio cinese, indipendentemente dal luogo in cui avviene tale trattamento o dalla sede legale del titolare.

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