Villa Griffone (Pontecchio Marconi – Bologna), 31 Maggio 2025
L’arte contemporanea incontra la scienza e l’innovazione: il ritratto di Guglielmo Marconi, realizzato dal collettivo MaMà Dots nello stile inconfondibile del “Pop Pointillism”, è stato scelto come simbolo del Premio Creatività, assegnato annualmente dalla Fondazione Guglielmo Marconi. Un riconoscimento che unisce due eccellenze italiane – l’eredità del padre delle telecomunicazioni e la visione avanguardistica del collettivo artistico – in un dialogo tra passato e futuro.

MaMà Dots: quando il puntinismo incontra l’era digitale
Il collettivo italiano ha rivoluzionato il concetto di pittura con la sua tecnica ibrida: un puntinismo manuale che evoca l’estetica pixelata del digitale. Ogni opera, realizzata a olio con meticolosi cerchi di colore puro, sfida la percezione, mescolando la tradizione di Seurat con l’energia della Pop Art.
«Mamà ci insegna a raggiungere l’unità attraverso il dettaglio», ha commentato il critico Vittorio Sgarbi, sottolineando come le opere siano «un gioco di percezione tra atomo compositivo e visione d’insieme». Un approccio che ha conquistato anche Anna Fendi, la quale ha paragonato il loro impatto a quello di Andy Warhol: «Come Warhol, MaMà Dots ridefinisce i confini della Pop Art».
MaMà Dots è diventato un caso di studio per la sua capacità di parlare di alienazione digitale e autenticità senza rinunciare alla bellezza. La storica dell’arte Jelena Jovanović li descrive come «ricamatori di pixel, dove il colore esiste solo negli occhi di chi guarda».
Marconi in “pixel” analogici: un omaggio alla visione senza confini
Il ritratto del Nobel per la fisica, scelto dalla Fondazione a lui intitolata, incarna perfettamente lo spirito del premio: creatività che supera limiti geografici e disciplinari. «Marconi ha unito i continenti via radio, noi uniamo arte e tecnologia attraverso il colore», spiegano gli artisti.
130 anni dopo quel primo segnale wireless che valicò la collina dei Celestini, l’opera, con la sua texture vibrante, sembra “trasmettere” un messaggio visivo, evocando sia l’invenzione della radio sia l’odierna connessione globale
«Villa Griffone non è solo un museo, ma un laboratorio di futuro», ha sottolineato Giulia Fortunato Presidente del Comitato Marconi 150, mentre l’ammiraglio Aurelio De Carolis (Marina Militare) e l’astroanutata Walter Villadei discutevano delle “Frontiere del wireless” negli stessi luoghi dove Marconi sperimentò. Lucia Borgonzoni, sottosegretaria alla Cultura, in un messaggio ha definito il progetto «un faro per le nuove generazioni».

Premio Marconi Creatività – in Foto: Giulia Fortunato, Eugenio Coccia, Elettra Marconi ed il figlio Guglielmo.
Dalla collina bolognese al mondo
La Fondazione, istituita nel 1938 nello stesso luogo dove tutto ebbe inizio, con questa scelta ribadisce la sua vocazione: custodire la memoria per ispirare l’innovazione. Tra gli ospiti della giornata anche Eugenio Coccia (Gran Sasso Science Institute), a ricordare che la ricerca – come l’arte – «ha bisogno di visionari che uniscano precisione e immaginazione».
La Redazione di ItaloArte