Nato nel marzo 1946 in una piccola frazione della provincia di Crotone, Max Squillace rappresenta una figura emblematica nel panorama artistico italiano del Novecento, capace di coniugare la tradizione scultorea con l’innovazione dell’animazione pubblicitaria. Trasferitosi in Lombardia, la sua carriera, iniziata tra i banchi del liceo artistico e proseguita all’Accademia di Brera sotto la guida di maestri come Luciano Minguzzi e Nino Cassani, si sviluppa lungo un doppio binario: da un lato la scultura, sua grande passione; dall’altro l’animazione, campo in cui ha lasciato un segno indelebile.

Già nel 1969 Max si distingue nel mondo della pubblicità con uno spot per l’amaro Fernet Branca, realizzato per Carosello RAI con la tecnica dello stop motion e la plastilina. Diretto da Ro Marcenaro e Paolo Villani, il lavoro gli vale il Leone di Bronzo al “Festival internazionale della creatività Leoni di Cannes”, un riconoscimento che non solo consacra il suo talento nel campo dell’animazione, ma gli apre anche le porte di una carriera internazionale.
Tuttavia, nonostante il successo nel mondo pubblicitario, Max non abbandona mai la scultura, disciplina che continua a praticare con dedizione e che lo porta a esporre e a confrontarsi con alcuni dei più grandi nomi dell’arte italiana come Bodini, Cassinari, Fiume, Giò Pomodoro e Sassu.

La sua produzione scultorea, caratterizzata da un’eleganza formale e da una profonda ricerca materica, trova spazio in gallerie e spazi pubblici, sia in Italia che all’estero. La collaborazione con Marianne Duteurtre, gallerista e mecenate di New York, lo porta nell’olimpo degli artisti della Art Gallery, dando inizio a una serie di esposizioni internazionali che lo conducono in Svizzera, Germania, Olanda, Belgio, Austria e Francia. È proprio in Francia, a Mouans-Sartoux, che nel 1994 realizza una meridiana in pietra e bronzo, opera che sintetizza la sua capacità di coniugare arte e funzionalità. Segue, nel 1995, la creazione di una fontana in pietra della Sine per il giardino del Centro d’Arte VAAS a Vence, mentre nel 1996, a Nashville, Tennessee, realizza due grandi pannelli in omaggio alla musica, dimostrando una versatilità che spazia dal monumentale al decorativo.

Parallelamente, la sua carriera nell’animazione prosegue con collaborazioni prestigiose, accanto a figure come Bruno Bozzetto, Armando Testa e Maurizio Nichetti. Questi progetti non rappresentano per Max una semplice attività professionale, ma un’estensione della propria ricerca artistica, in cui la materia prende vita attraverso il movimento e il racconto visivo. La sua capacità di animare la plastilina, di darle un’anima e una storia, lo colloca tra i pionieri di una tecnica che ha rivoluzionato il linguaggio pubblicitario e cinematografico.
Nonostante il successo internazionale in entrambi i campi citati, Max rimane sempre a disposizione di tutti e sostiene una factory di artisti, “la Comunità d’Arte di Brugherio”, che presiede e segue con grande dedizione.
Oltre a ciò, sostiene economicamente molti artisti meno fortunati di lui, con discrezione e soprattutto senza mai renderlo noto.

Max incarna dunque l’archetipo dell’artista completo, capace di muoversi con disinvoltura tra discipline diverse senza mai tradire la propria identità creativa. La sua opera, sia essa una scultura monumentale o un’animazione pubblicitaria, è sempre caratterizzata da una profonda coerenza stilistica e da un’attenzione maniacale per il dettaglio. Oggi la sua eredità artistica rappresenta un ponte tra tradizione e modernità, tra arte pura e applicata, in un dialogo continuo che supera i confini geografici e temporali.
Ci ha lasciati prematuramente diversi anni fa. Nel marzo 2025 avrebbe compiuto 79 anni. Auguri Max, le tue opere ti hanno reso immortale.
by ItaloArte