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“Osare” – Parole

Non sono le cose in sé stesse a preoccuparci, ma l’opinione che ci facciamo di esse.

( Epitteto- I sec d.C).

Mi trovo di fronte ad una cosa nuova. Mi attrae, mi stimola. Sono pervasa da una sorta di esaltazione per la novità e per l’immaginazione di nuovi e luminosi scenari. Mi godo queste belle sensazioni e fantasticherie giusto il tempo di trascorrere una giornata e poi di nuovo lei. Si fa strada nella mia mente, ha il suo solito passo sicuro e afferma nel suo modo semplice e perentorio: “ Non lo sai fare, lascia perdere” . Tutto il peso di questa voce mi inchioda alla mia confort zone dove mi muovo con agio, destrezza e padronanza, e mi fa vedere qualcosa che forse potrei scoprire di non sapere fare. Perchè allora mettermi in una condizione che mi fa sentire questa insicurezza, in fondo non sto già bene così? Penso alla frase di Epitteto. L’opinione.

Il vero problema è questo. Se scopro di non essere brava, come si modifica l’idea di me?

Mi viene in soccorso un’altra frase “ Cos’hanno in comune il successo e l’insuccesso? Il successo e l’insuccesso si incontrano sul piano dell’apprendimento”. Eh sì, in ogni caso avrò imparato qualcosa, in ogni caso sarò una persona un po’ diversa, in ogni caso avrò capito che l’insicurezza che mi assale non è brutta e cattiva e quindi stop a tutto pur di non sentirla. L’insicurezza mi tiene vigile, mi fa mettere attenzione, mi tiene con i piedi a terra, mi ripara dai rischi dell’immaginazione, che è un po’ più alta, fantastica e dorata della realtà e pronta a presentare il conto. L’entusiasmo è la benzina che mi serve per muovermi, l’insicurezza mi fa vedere dove metto i piedi. Quindi va tutto bene così. Sono pronta per fare il primo passo.

Qual è la morale di questa parabola? La morale è che non c’è una ricetta prestabilita per affrontare qualcosa che mi mette in difficoltà, ma ci sono dei passi che posso imparare a fare. Primo passo: osservo quello che sento senza stare a giudicarlo, quel che c’è, c’è. Secondo passo: prendo un po’ di distanza da quello che sento: sento l’entusiasmo ma non sono l’entusiasmo, sento l’insicurezza ma non sono l’insicurezza. Terzo passo: Trasformo in una risorsa quello che mi potrebbe bloccare, l’insicurezza diventa attenzione. Quarto passo: faccio un primo piccolo passo.

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