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PROGRESSO TECNOLOGICO E CLIMA: utopica convivenza?

“Il progresso tecnologico è come un’ascia nelle mani di un criminale patologico.”

Albert Einstein
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La descrizione lapidaria che Einstein ci dà del rapporto che, da sempre, ha contraddistinto il progresso tecnologico e la salvaguardia ambientale non lascia certo stupiti ma, forse, stiamo per assistere a un primo tassello di quello che potrebbe definirsi un vero e proprio cambiamento di paradigma.

Non c’è più tempo!

La discussione sul ruolo della tecnologia nel porre rimedio alle tragiche conseguenze degli attuali cambiamenti climatici globali è sempre più presente nel dibattito pubblico. Il recente rapporto dell’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) ci allerta sul rapido deterioramento delle condizioni ambientali, evidenziando la necessità di azioni decisive per limitare tempestivamente il riscaldamento globale. Tuttavia, la sfida di contenere il cambiamento climatico entro 1,5 gradi rispetto all’era preindustriale si fa sempre più ardua, come dimostrato dai dati allarmanti del Copernicus Climate Change Service che, proprio tra il 2023 e il 2024, hanno registrato un superamento della soglia critica senza precedenti.

La Tecnologia: da problema a soluzione?

In questo contesto, può venirci in aiuto la nostra, ormai, secolare esperienza di ingegneria intenzionale del clima terrestre, basata, ahimè, sull’immissione nell’atmosfera di anidride carbonica e altri gas a effetto serra: la geoingegneria. O come la definisce l’IPCC, Solar Radiation Management (SRM). Ma, date le sue origini, la geoingegneria solleva interrogativi etici e scientifici di notevole complessità. Tra le varie proposte della geoingegneria solare, appunto, una delle più discusse è la tecnica del Marine Cloud Brightening (MCB), nota anche come “schiarimento delle nuvole marine”. Il concetto alla base del MCB è abbastanza semplice: spruzzare acqua marina nebulizzata nella bassa atmosfera per generare nuvole più riflettenti, in grado così di aumentare l’albedo (def. Rapporto fra l’intensità della radiazione riflessa da un corpo e quella con cui è stato irraggiato) e riflettere una maggiore quantità di radiazione solare nello spazio.

Praticamente…

Una miscela composta essenzialmente da acqua marina viene “sparata” con una sorta di cannoni non molto dissimili da quelli usati per innevare le piste da sci. I microscopici cristalli di sale, dispersi nella nebbia formatasi, dovrebbero rendere le nuvole più “luminose”. Questo processo potrebbe contribuire a raffreddare la superficie terrestre, mitigando l’effetto serra e riducendo il surriscaldamento globale. Tuttavia, la pratica del MCB solleva non poche domande e preoccupazioni riguardo ai potenziali effetti collaterali e alle implicazioni etiche.

Salvare la Grande Barriera Corallina

L’Australia ha intuito uno dei principali ambiti di applicazione del MCB nella protezione della Grande Barriera Corallina. Questo ecosistema unico è gravemente minacciato dal riscaldamento globale e dal conseguente sbiancamento dei coralli, causa diretta dell’innalzamento delle temperature oceaniche. Dalla fine degli anni ’90 ad oggi, i fenomeni di sbiancamento dei coralli si sono intensificati così, dal 2016, i ricercatori della Southern Cross University hanno avviato il programma Reef Restoration and Adaptation Program (RRAP), che esplora l’opportunità di utilizzare il MCB per proteggere la barriera corallina e mitigare così gli effetti del cambiamento climatico sulla sua salute. Nel 2020 è stato avviato un primo test pilota.

Grandi potenzialità e grandi incertezze

Come confermato anche dal prof. Daniel Patrick Harrison, i test hanno dato risultati promettenti, ma al contempo hanno evidenziato la complessità e le incertezze legate all’implementazione del MCB su vasta scala. È necessario quindi condurre ulteriori studi e valutazioni approfondite per comprendere appieno gli effetti del MCB sia in un ambito circoscritto, come la barriera corallina appunto, sia a livello globale, contestualizzato, in primis, alle calotte polari.

Inoltre, è fondamentale considerare le implicazioni sociali, economiche ed etiche del MCB, assicurandosi che le decisioni relative alla sua implementazione siano prese in modo responsabile e in consultazione con le comunità interessate.

In conclusione…

Mentre la tecnologia offre, mai come oggi, potenziali soluzioni innovative per affrontare la crisi climatica, diventa fondamentale procedere con la massima cautela nell’adozione di approcci come, appunto, il Marine Cloud Brightening. Si rivela quindi essenziale una valutazione completa dei rischi e dei benefici di queste tecnologie, coinvolgendo esperti multidisciplinari e adottando un approccio basato sull’evidenza scientifica e la trasparenza e non certo esclusivamente sulle singole esigenze economiche.

Nel 2022, una lettera aperta firmata da oltre 380 scienziati chiedeva ai governi e alle Nazioni Unite di impedire la normalizzazione della geoingegneria solare come opzione di politica climatica. L’anno successivo, un’altra lettera aperta firmata da oltre 110 scienziati sottolineava l’importanza di una ricerca responsabile per valutare la capacità del SRM di ridurre i rischi climatici, auspicando una comprensione più approfondita dei benefici e degli effetti collaterali di tale pratica.

Appare evidente che i progetti di SRM sono ancora in una fase preliminare e di profonda discussione e non devono distrarre l’attenzione da quegli interventi di mitigazione “sicuri” che ben conosciamo: l’eliminazione graduale dei combustibili fossili, la ricerca di nuovi materiali ecosostenibili e di fonti energetiche rinnovabili. 

La mitigazione climatica deve essere non solo perseguita ma, decisamente, intensificata.

In un mondo che ci sta letteralmente cuocendo a fuoco lento non possiamo più permetterci di trascurare ancora la saggezza dell’intelletto a favore di un’insensata voracità dettata dall’ignoranza e il cieco dispotismo.

By O. D. B. 

Fonti:

https://research.noaa.gov/2024/03/20/scientists-detail-research-to-assess-viability-and-risks-of-marine-cloud-brightening

https://www.popularmechanics.com/science/environment/a60475104/marine-cloud-brightening-cloud-engineering

https://egusphere.copernicus.org/preprints/2023/egusphere-2023-1611

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