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Duality – la mostra

Esplorando la Dualità dell’Arte con Riccardo La Barbera

Dall’8 al 22 giugno si terrà la mostra “Duality”, una personale d’arte dell’artista bolognese Riccardo La Barbera. Oggi, in un’intervista esclusiva, ci racconta qualcosa di sé e delle opere che andrà ad esporre.

Ciao Riccardo, parlaci un po’ di te. Come mai “Duality”?

La mostra l’ho intitolata Duality perché in ogni mia opera c’è sempre un significato ambivalente. Ho deciso di esplorare meglio il concetto di dualità perché credo si celi in ogni persona, all’interno della mente e dell’anima. Ogni cosa varia a seconda di come la si osserva e, pur essendo difficile esprimere qualcosa che sta all’interno di ognuno di noi, è stimolante provarci.

Nelle tue opere si percepisce molto la tua ispirazione all’arte orientale, perché questa scelta?

Non c’è una scelta ben precisa, so solo che il mio stile è derivante da una fusione fra la mia passione per il Giappone e la mia influenza artistica occidentale. Certamente manga, anime e videogiochi hanno plasmato la mia infanzia e i miei gusti. Come Hokusai ha ispirato Van Gogh, io a mia volta mi rifaccio alle tecniche e ai simbolismi orientali perché li sento “miei”. L’arte è influenza e mescolanza, un trattato di passione per la bellezza che unisce tutte le culture, per questo lascio che mi trasporti senza pensarci troppo.

Vista la tua propensione verso l’arte orientale, che tecniche preferisci utilizzare?

Ho iniziato sin da piccolo a usare chine e pennarelli. Amo la matita e tutt’ora la uso, ma da ragazzino disegnavo spesso in classe e per non farmi scoprire usavo direttamente la bic o dei pennarelli, quindi ho imparato a prendere bene le proporzioni e disegnare direttamente, senza uno schema preliminare. Per il colore ho iniziato molti anni dopo, prima facevo solo disegni in bianco e nero perché leggevo tanti fumetti. Ho provato diverse tecniche ma l’acquerello mi affascina molto, sia per la sua difficoltà di utilizzo che per le sfumature delicate e i colori brillanti che consente di ottenere. Però mi piace sperimentare continuamente, non mi fisso mai su una tecnica precisa. Sicuramente padroneggio meglio materiali che tendono ad asciugarsi in fretta, non amo aspettare molto per finire un’opera… ahahah!.

Come hai già detto hai avuto molta influenza dal fumetto, quali artisti ti hanno ispirato?

Beh, la lista è molto lunga, non potrei mai elencarli tutti. Se dovessi sceglierne tre provenienti dal Giappone, direi Katsuya Terada, Yoshitaka Amano (il principale artista della serie Final Fantasy) e Yoji Shinkawa (concept artist per la saga Metal Gear Solid). Tra gli europei citerei Moebius, Sergio Toppi e Paolo Barbieri. Ovviamente ho iniziato come molti ragazzini grazie al maestro Akira Toryama, il padre di Dragon Ball, cercando di disegnare i suoi personaggi allo sfinimento. Ognuno ha i suoi idoli, io ammiro molti artisti con stili diversi e di epoche storiche differenti. Vorrei poter vivere 200 anni per studiarli tutti, ma purtroppo non è possibile.

Credi che il talento sia importante per un artista?

È una domanda che mi pongono spesso. Credo che il talento sia molto frainteso. Ovviamente c’è chi ha capacità diverse e spicca in una determinata forma d’arte, ma io vedo il talento come una scintilla: più è presente e più ti spingerà ad approfondire e studiare ciò che ti attrae. Per questo poi si migliora. L’ossessione e la ripetizione sono gli strumenti fondamentali per chiunque cerchi di apprendere una forma d’arte e farla propria, non ci sono scorciatoie. Se ci si affida esclusivamente al talento, ad un certo punto ci si deve rendere conto che è solo un tassello del puzzle, non il pezzo fondamentale.

Che consigli daresti a chi vorrebbe iniziare a disegnare o dipingere?

Di iniziare e continuare. Non bisogna pensare troppo, dovete agire. L’arte non ha età e non ha pregiudizio. Non è mai troppo tardi. Siate spontanei, curiosi e perseveranti. Guardate artisti che vi ispirano e cercate di imitarli il più possibile. Ricalcate i loro lavori, mescolate più stili e soprattutto non abbattetevi. La perfezione nell’arte, come in natura, non esiste. Siate critici verso i vostri errori, ma imparate da essi. Non abusate di internet per trovare ispirazione, può risultare ridondante, soprattutto per la mole infinita di immagini che potete trovare. Parlate con persone che hanno la vostra stessa passione e sostenetevi l’un l’altro. L’arte è ovunque e in chiunque, basta solo vederla.

Molto interessante. Che ne pensi dell’arte moderna e delle intelligenze artificiali? Ti spaventano?

Credo che le I.A. siano uno strumento molto potente, al quale dovremmo affidare compiti noiosi e ripetitivi, non istinti creativi. Io lavoro sia in digitale che con tecniche tradizionali, ma in quanto umani l’espressione della nostra intimità, dei sentimenti e dei nostri ricordi attraverso l’arte è e sarà sempre insostituibile, indipendentemente dalla tecnica, purché si percepisca la volontà di chi l’ha creata.

Riccardo ha anche creato la propria versione del nostro personaggio italoRED, offrendo un’interpretazione originale senza alterarne il tratto distintivo originale. Questa reinterpretazione evidenzia la sua abilità nel fondere la propria visione personale con l’ispirazione originale, dimostrando versatilità artistica e capacità di mettere in evidenza la dualità anche nelle rappresentazioni di personaggi esistenti, reinterpretandoli in modo unico e personale. 

Ciao Riccardo, ci vediamo alla mostra!

La mostra si terrà presso la sala museale Elisabetta Possati,

inaugurazione 8 Giugno dalle ore 17:00 alle ore 21:00

Via Santo Stefano 119 – Bologna

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