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Nero a metà – L’album della consacrazione  

Emanuela Buccioli italo red italo
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Vinili & Co oltre lo strato nero il sound.
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Pino Daniele ha influenzato profondamente la scena musicale italiana. La sua abilità nel mescolare diversi generi musicali, dalla tradizione napoletana al blues e al jazz, ha contribuito a definire il suo stile distintivo. Personalmente l’ho scoperto un po’ in ritardo attraverso le radio, con i brani più popolari. Poi un bel giorno ho ascoltato casualmente il brano “nero a metà” e subito mi ha conquistata. Decido di informarmi e la sorpresa è un album intero da ascoltare che porta il titolo del brano.

Metto il vinile sul piatto, quel leggero rumore di fondo prodotto dalla puntina e le melodie di Pino mi catapultano in una dimensione musicale coinvolgente. Le tracce, di elevata qualità, sono sapientemente arrangiate, con la collaborazione di musicisti tra i più talentuosi del panorama italiano. Nel 1980 con “Nero a metà”, il cantautore napoletano raggiunge la piena maturità musicale, dopo due eccellenti album dedicati alla perfezione del suo stile.

Inciso presso i rinomati Stone Castle Studios di Carimate (Co), considerato un luogo di culto per numerosi cantautori, questo disco rappresenta il contributo di Pino Daniele dopo due album di transizione, “Terra mia” e l’omonimo “Pino Daniele”.

Pino Daniele raccontò “Il titolo “Nero a metà”, legato ad un concetto musicale, fu inspirato da un bellissimo libro che uscì negli anni 70, “Nero di Puglia” che è la storia di un uomo di colore che nasce nel sud, un po’ come la storia del mio amico James Senese”.

Si avverte l’atmosfera dei tumultuosi anni ’70, segnati da ferite causate da attentati e terrorismo, elementi che lasciano un’impronta significativa sulla scena musicale italiana di quel periodo. Nero a Metà si origina dalle contraddizioni di un’Italia e di una Napoli in bilico tra tragedia e commedia, prendendo vita nei tortuosi vicoli che assorbono e trasformano chi li percorre, arricchendo spesso di nuove esperienze e vibranti colori. Il contesto di nascita di Nero a Metà si svolge alle pendici del Vesuvio, simbolo che racchiude in sè paura persistente ma anche potenza.

Nero a metà ha catturato immediatamente l’attenzione del pubblico, superando le 300.000 copie vendute e consacrando Pino Daniele a livello nazionale. Undici musicisti contribuirono all’album ma la maggior parte delle canzoni fu opera di Gigi de Rienzo (basso), Agostino Marangolo (batteria), Ernesto Vitolo (tastiere) e James Senese (sax tenore) e persino l’apparizione di Enzo Avitabile ai cori in “A me me piace ‘o blues”.

Il disco presenta un valore artistico evidente nella copertina, un’immagine che ritrae Pino Daniele con la chitarra lungo un fiume di campagna, trasmettendo un senso di movimento e dinamismo musicale che si rispecchia nei 12 brani, caratterizzati dall’uso di testi in napoletano, italiano e inglese e da una varietà musicale che spazia tra atmosfere acustiche ed elettriche. Lo scatto è del celebre Cesare Monti, amico e fotografo di alcuni dei più grandi protagonisti di quel periodo, gli altri: Fabrizio De André, Premiata Forneria Marconi, Angelo Branduardi e Lucio Battisti.

Pino Daniele scelse di dedicare “Nero a metà” a Mario Musella, capostipite della nuova musica napoletana, scomparso poco prima della pubblicazione del disco il 6 ottobre 1979 a causa di complicazioni epatiche, all’età di soli 34 anni. Musella, definito da Pino “nero a metà” per la sua origine mista, era il figlio di una madre napoletana e di un padre nativo americano, una combinazione che ispirò profondamente il cantante.

Questo album si manifesta attraverso la fusione di mondi distanti, creando un latin blues radicato nella tradizione napoletana ma dall’inconfondibile respiro internazionale. Dalle vibrazioni funk di “Musica Musica”, omaggio artistico sottolineato dal penetrante sax di James Senese, all’energia aggressiva del rock-blues di “Puozze passà nu guaio”, dove la chitarra di Pino trapassa il vinile.

“Appocundria” è un brano unico nella sua brevità di appena un minuto e quaranta, ma travolgente nella sua intensità. Il concetto di appocundria rappresenta un intricato stato d’animo, esso incarna non solo una profonda malinconia, ma anche una rassegnata passività nei confronti delle vicissitudini della vita. Nel 2015, questo termine ricco di sfumature ha conquistato un posto nell’enciclopedia Treccani.

Proseguendo nell’ascolto dell’album, il funk si fa sorprendentemente presente in “A me me piace ‘o blues,” un brano storico che, però, ha poco o nulla di blues. Al contrario, “Nun me scuccià” offre un classico 12-bar blues, che, all’interno di un disco così innovativo, sembra quasi retrogrado. Tra i dodici brani di Nero a metà, emergono ancora molte altre sfumature, come “A testa in giù” con la sua evidente fusione di generi neri e la conclusiva “Sotto ‘o sole,” che omaggia la bossa nova e i suoni tipicamente latini. Da non dimenticare sono pezzi come “I say I sto ‘cca,” che apre il brano con un’armonica blues e “Quanno chiove,” divenuto uno standard di Pino Daniele nonostante non fosse previsto nell’album. Inizialmente, i discografici chiesero un altro pezzo per bilanciare i lati A e B, ma in pochi minuti Pino compose questo brano destinato a diventare immortale.

Il 2020 celebra i 40 anni di “Nero a Metà” con due edizioni speciali curate da Universal Music Italia, in collaborazione con la Pino Daniele Trust Onlus. Questa ristampa, disponibile in doppio CD o doppio vinile, include un concerto inedito registrato a Pescara, al Teatro Massimo, il 30 aprile 1980, che cattura la potenza, l’energia e l’atmosfera magica di quel tour.

Pino Daniele ha saputo mescolare diverse influenze musicali, creando un album originale, rock, blues e musica napoletana per uno stile innovativo che ha contribuito a renderlo un’icona della musica italiana. “Nero a metà” rappresenta un momento di svolta nella carriera artistica di Pino Daniele, segnando la definitiva maturità del musicista e la sua consacrazione nel panorama musicale. In soli tre anni, Daniele ha compiuto notevoli progressi, trasformandosi da promettente artista a una figura di rilievo. L’album stesso è un capolavoro sotto ogni aspetto, caratterizzato da arrangiamenti sofisticati, parti soliste impeccabili e un equilibrio perfetto tra sonorità acustiche ed elettriche, tra il chiaro e lo scuro. La sua musica assume una dimensione sempre più internazionale, superando i confini dei generi musicali convenzionali.

“Nero a metà” diventa uno dei dischi più venduti del 1980. Per molti mesi, l’album si posiziona stabilmente ai vertici delle classifiche dei 33 giri, confermando il talento e la versatilità di Pino Daniele. Da questo punto di svolta, la carriera dell’artista cambierà per sempre, aprendo nuovi orizzonti e consolidando il suo ruolo nell’olimpo della musica italiana

Nero a metà:

01. I say i’ sto cca

02. Musica musica

03. Quanno chiove

04. Puozze passà nu guaio

05. Voglio di più

06. Appocundria

07. A me me piace ‘o blues

08. E so’ cuntento ‘e sta

09. Nun me scuccià

10. Alleria

11. A testa in giù

12. Sotto ‘o sole

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