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C’è bisogno di un nuovo sistema di intelligence italiano.

Mario Caligiuri – lezioni di intelligence

Ospite di Mario Caligiuri è Alberto Pagani

Alberto Pagani

È evidente la necessità di un nuovo sistema di intelligence italiano che si adatti al contesto globale attuale. Il professor Alberto Pagani, esperto e consulente nel settore della sicurezza e delegato presso l’Assemblea Parlamentare della NATO, sostiene che l’intelligence sia fondamentalmente basata sull’osservazione e l’analisi, richiamando le teorie di Karl Popper e Sigmund Freud.

L’intelligence svolge due compiti principali: fornire informazioni ai decisori politici per guidare le scelte migliori a favore della sicurezza e degli interessi nazionali, e agire attivamente per produrre vantaggi per il sistema nazionale e neutralizzare le minacce potenziali.

Pagani spiega come il sistema italiano di intelligence abbia avuto origine nel secondo dopoguerra, quando l’Italia si trovava in una posizione strategica delicata nel contesto della Guerra Fredda. Il nostro paese ha ereditato i servizi di intelligence dalle potenze vincitrici della guerra, in particolare Gran Bretagna e Stati Uniti, che hanno avuto una notevole influenza.

Inizialmente, il compito principale dei servizi segreti italiani era il controspionaggio e il mantenimento di strutture segrete di natura militare, come Gladio, per contrastare una possibile invasione sovietica. Non dimentichiamo che in quel periodo nel nostro Paese si affermava il più grande partito comunista dell’Occidente.

Tuttavia, con la caduta del Muro di Berlino nel 1989, i modelli di funzionamento e le finalità dei servizi di intelligence sono stati messi in discussione.

L’avvento della globalizzazione ha comportato profonde trasformazioni geopolitiche e ha evidenziato nuove minacce, come il terrorismo jihadista, che richiedono un ripensamento delle agenzie di intelligence per affrontarle in modo più efficace.

In risposta a tali cambiamenti, nel 2007 è stata promulgata la legge 124 che ha ristrutturato il sistema di intelligence italiano, istituendo il Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza (DIS) guidato dal Presidente del Consiglio. Il DIS coordina l’Agenzia di Informazioni per la Sicurezza Interna (AISI) e l’Agenzia di Informazioni per la Sicurezza Esterna (AISE). Questa riforma ha introdotto un cambio di paradigma, aprendo il sistema all’inclusione di esperti provenienti da diverse aree professionali, non solo dalle forze armate o di polizia.

Pagani sottolinea che l’equilibrio geopolitico mondiale è stato alterato dall’ascesa di nuove potenze economiche, come la Cina, che ha anche sviluppato una grande influenza intellettuale, dimostrata dal numero elevato di brevetti registrati. La Cina, con la sua storia millenaria e la tradizione taoista basata sulla conoscenza strategica, mira a raggiungere un predominio attraverso leve economiche, evitando il confronto diretto e privilegiando l’asimmetria nel campo economico, informativo e cibernetico.

Pagani fa notare che nel cyberspazio si svolgono azioni di spionaggio industriale e atti di guerra fisica e informatica, evidenziando la necessità di affrontare queste tematiche.

Continuando, Pagani sottolinea l’importanza di un nuovo sistema di intelligence italiano che sia in grado di rispondere alle sfide attuali provenienti da Paesi lontani e dal cyberspazio. La globalizzazione ha portato nuove potenze economiche come la Cina, che ha generato un cambiamento significativo nell’equilibrio geopolitico e nelle alleanze.

Il docente cita il concetto di “guerra senza limiti” teorizzato da due ufficiali cinesi (Qiao Liang e Wang Xiangsui), che prevedono un conflitto asimmetrico condotto non solo sul piano militare, ma anche economico, informativo e cibernetico. La Cina, con una lunga tradizione culturale basata sul confucianesimo e sul pensiero di Sun Tzu, evita il confronto diretto e mira a ottenere un predominio attraverso la leva economica.

Pagani evidenzia due eventi significativi che caratterizzano il nuovo contesto geopolitico mondiale: l’aumento dell’opportunismo politico ed economico dopo la fine dei due poli contrapposti e l’implementazione della “Nuova via della seta”, che consente alla Cina di esercitare un forte condizionamento sui Paesi ospitanti attraverso connessioni economiche, sociali e politiche.

Di fronte a queste minacce provenienti da Paesi lontani e dal cyberspazio, Pagani solleva la domanda se il sistema di intelligence italiano sia in grado di rispondere adeguatamente. Riferendosi al cyberspazio come il nuovo teatro di confronto, sottolinea l’importanza di possedere le capacità necessarie per prevenire e contrastare tali minacce, compresi gli attacchi informatici e il danneggiamento delle infrastrutture.

Infine, Pagani evidenzia l’approccio multidisciplinare che un sistema di intelligence efficiente dovrebbe adottare. Gli operatori di intelligence devono essere in grado di analizzare le informazioni disponibili e sviluppare competenze come lo specialista delle connessioni. Ciò richiede un’allocazione di maggiori risorse per l’analisi dell’infosfera, l’ambiente informativo in cui si svolge l’intelligence.

In conclusione, secondo Alberto Pagani, è necessario un nuovo sistema di intelligence italiano che sia in grado di affrontare le sfide del contesto globale attuale, compresi gli attacchi provenienti da Paesi lontani e dal cyberspazio. Questo richiede una riforma del sistema di intelligence, un’analisi multidisciplinare e un’attenzione particolare all’infosfera.

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