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Il mio nome è Bond, Ian Bond… seconda parte

Seconda parte

…Ian Fleming scivola nell’abisso. Comincia ad abusare di scotch e anfetamine. Fuma 70 sigarette al giorno. Trangugia bottiglie di fenolo per combattere i suoi terribili mal di testa mentre il suo James Bond rischia di svanire per sempre o peggio ancora di restare solo un fumetto.

Ma poi accade qualcosa, la congiuntura per eccellenza….

L’incontro tra Albert Romolo “Cubby” Broccoli e Harry Saltzman.

Il primo figlio di immigrati calabresi, coltivatori di…broccoli (non scherzo!) stabilitisi a New York nel Queens.

Il secondo produttore cinematografico canadese.

Entrambi adorano Fleming e il suo lavoro e sono determinati a portare James Bond sul grande schermo in pompa magna, ad ogni costo.

O tutto o niente!

Così chiamano la loro casa di produzione fondata per l’occasione: Everything Or Nothing,EON.

Prima vanno alla Columbia (Cubby aveva già collaborato con loro) con la richiesta di 1 milione di dollari!

Un milione di dollari da investire su qualcosa che si era già dimostrato a dir poco “discutibile” e sicuramente rischioso? No grazie!

Allora si presentano alla United Artist. Il confronto è animato, ma hanno subito dalla loro David Picker, presidente della United. Picker si dimostra subito entusiasta del progetto e soprattutto sconcertato (e fortunato) dal rifiuto della Columbia.

Licenza di Uccidereè al via!

Per vestire i panni di 007 la United ha in mente, in maniera quasi ossessiva, Cary Grant.

Grant rifiuta, definendosi troppo anziano e poco paziente per fare non uno ma addirittura una serie di film legati ad un personaggio così “fisico”.

Però quel Cary Grant, quello di Intrigo Internazionale e Caccia al Ladro di Alfred Hitchcok, non verrà mai dimenticato.

La sua figura di uomo elegante e senza tempo sarà sempre un punto di riferimento fondamentale nella ricerca di tutti gli 007 che verranno.

Da parte loro, Broccoli e Saltzman sono altrettanto entusiasti per un giovane di belle speranze ma sconosciuto: Sean Connery.

Entusiasmo non condiviso da Fleming, che lo vede decisamente troppo somigliante alla versione-fumetto che tanto odia: troppo muscoloso, troppo mascolino e soprattutto non somiglia per niente a lui!

Così la produzione, in cerca di conferme, organizza una proiezione a porte chiuse per “sole signore”.

ENTUSIATE!…a dir poco.

L’ultima parola comunque spettò a Dana, moglie di Cubby, la quale pare esclamò: “Sexy? Io me lo farei!”.

L’incubo nella mente di tutti però era quell’orrendo Jimmy Bond di quel Casinò Royale!

E’ vero! Fare peggio sarebbe stato impossibile, ma fare qualcosa di grandioso era praticamente inderogabile!

Broccoli e Saltzman finalmente possono mettersi al lavoro e…al telefono.

La regia dinamica di Terence Young, le scenografie innovative di Ken Adam, la sceneggiatura brillante di Richard Maibaum, lo stile unico dei titoli di testa di Maurice Binder e le musiche coinvolgenti di Monty Norman e John Barry.

Il tuttoagitato non mescolato e la leggenda è servita.

Raramente nella storia del cinema si è visto, in un’unica opera, una tale “concentrazione di eccellenze”, tutte di uguale e fondamentale importanza. 

Componenti iconiche di un’icona.

Agente 007 – Licenza di uccidere(titolo originale Dr. No) esce nell’ottobre del 1962…in piena crisi dei missili di Cuba.

Il presidente Kennedy commenta: “…avrei voluto James Bond nel mio staff”…e se va bene al presidente degli Stati Uniti va bene a tutti!

Solo negli USA incassa 16 milioni di dollari. Il pubblico è completamente stregato, i cinema sono costretti a proiettarlo 24 ore su 24. 007 è un fenomeno di massa assoluto, i casi di isteria collettiva si moltiplicano.

A questo punto l’unica strada da percorrere è continuare. Una strada dove il fallimento non è contemplato.

Dalla Russia con Amoree Golfingernon deludono le aspettative ma…

Mentre il mondo è in delirio per James Bond, Ian Fleming si ritrova a dover affrontare in tribunale un fantasma del suo passato: Kevin McClory.

Poco prima della fortunata collaborazione con Broccoli e Saltzman, McClory convinse Fleming a scrivere assieme una storia di 007 ambientata in un sottomarino, quello che poi sarebbe diventato l’incipit di Thunderball: Operazione Tuono.

Una collaborazione nata presto e terminata prima, ma che bastò a segnare l’inizio della fine.

Con troppa leggerezza, Fleming utilizza quegli scritti per il suo Thunderball e tanto basta a McClory per accusarlo di plagio.

McClory vince solo una battaglia, ma Fleming sente di aver perso la guerra.

Poche settimane prima dell’uscita di Goldfinger, nell’agosto del ’64 Ian Fleming muore per un infarto.

Ian Fleming non si limitò a dare uno scopo alla sua vita, andò ben oltre. Creò un intero mondo dove poter far vivere quella parte di sé violenta, sensuale, immorale ed estrema che altrimenti non avrebbe mai avuto modo di esistere e se è vero che creare un mostro può essere pericoloso, liberarlo è sicuramente letale.

Una volta, il suo biografo John Pearson e un suo lontano cugino, Christopher Lee (sì! proprio Lui!), nel corso di un’intervista ricordarono cosa rispose Fleming ad un giovane quando gli chiese di descrivere la fama e il successo: 

“Cenere ragazzo. Solo cenere.”

Nonostante le vicissitudini giudiziarie che per anni hanno coinvolto McClory, Broccoli e Saltzman, James Bond non solo è sopravvissuto, è andato avanti. Sempre consapevole e mai (o quasi…) vittima di se stesso.

Ancora oggi, dopo 60 anni, sebbene alcuni di essi forse non abbiano rispettato appieno le (pur enormi) aspettative e considerando le quasi 3 generazioni di cambiamenti socioculturali trascorse, questi 25 film (ufficiali) sono comunque riusciti a restare fedeli al sapore di quella magica ricetta pur riuscendo a risultare ogni volta attuali se non innovativi.

Ian Fleming voleva scrivere “La” storia di spionaggio, una sorta di pietra angolare e ci è riuscito.

Vi lascio con le parole del suo amico John Pearson:

“Non si dimentica che Ian è là. Lui è sempre presente.

Bond lo ha servito bene. Alla fine ha pagato il suo debito verso Ian…lo ha premiato con l’immortalità.”

O. D. B

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