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Un borghese piccolo piccolo 3: tragedia e storia del futuro?

un borghese piccolo piccolo: tragedia e storia del futuro?

Ma non è nemmeno questo il punctum crucis che ci lascia il film di Monicelli. Al più ne è un aspetto. Una simile esplosione della vendetta, cui la parabola del protagonista porta, non può scaturire così, dalla semplice “maschera” dell’italiano medio. Guardandola con le “spalle al futuro” dunque , nel modo in cui l’angelo della storia riceve la visione delle epoche passate come un darsi di cumuli di rovine, ma badando di non farci trasportare dalla tempesta del progresso, si può, forse, intravvedere, un qualcosa di più.

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Ovvero la radice di quella che qualcuno ha chiamato, non molti anni fa, l’ “emergenza antropologica”, una “seconda natura” che riguarda tutti. Emergenza che ci porta oltre la pur utile lettura del film, secondo l’idea di “mutazione antropologica” di pasoliniana memoria, conseguenza della “borghesizzazione” dell’intera società, della sua mentalità e dei suoi costumi, indotta dal nuovo tipo di sviluppo capitalistico urbano e consumista.

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Quello che troverà ulteriore riscontro ed evoluzione con la nuova “globalizzazione”, per intenderci. Possiamo forse vederci i prodromi della progressiva affermazione e diffusione, nei decenni successivi al film di Monicelli, dell’ Homo Oeconomicus, de-responsabilizzato ed individualmente proiettato alla propria affermazione acquisitiva e al successo sociale, in cui iscrivere i propri desideri e la propria progettualità di auto-realizzazione personale nell’ambito della società competitiva, con la sua capacità agglutinante, tramite la simbolica dei consumi. Al di fuori di ogni intento o spinta collettiva, che, pure, nella nostra storia nazionale, da diverse prospettive ideali, hanno avuto un ruolo di rilievo e sovente anche positivo. Si va via via generando, anzi, un tipo antropologico che impronta di sé tutti gli aspetti della propria esistenza, anche nei nostri piccoli mondi personali. Esattamente come Giovanni Vivaldi. In un certo senso il film di Monicelli ha il pregio, penso, di portarci a riflettere sui motivi e l’evoluzione della figura fattasi archetipica del “borghese piccolo piccolo” e sulle sue metamorfosi fino ad oggi, mostrandoci, inoltre, il ruolo dell’anomia istituzionale e valoriale nel sostenerla, quasi nell’anticiparla.

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Non solo il “borghese piccolo piccolo” è in “ciascuno di noi” (Sordi), è un tipo umano di massa, visibile, ad esempio, anche nei modi di costruzione – tecnologicamente e mediaticamente “assistita” – del seguito di massa dei nostri tempi come anche in una sorta di élite diffusa, che abbraccia anche i decisori ultimi, ai vertici, che determinano, con una sorta di mix di prevaricazione, seduzione e bullismo, le nostre condizioni esistenziali, permeandole “molecolarmente”. Una “emergenza antropologica” che riempie, sembra in misura crescente, l’Ego a noi contemporaneo.

by Oldtimer

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